martedì 28 dicembre 2010

ringraziate le femministe

dalla pagina "ringraziate le femministe" ci siamo cancellate in parecchie amiche, femministe e di sinistra, a causa di un post, come dire, inneggiante a Prospero Gallinari e alle "donne dei terroristi". Se fossimo su Facebook ve lo condividerei qui, ma nel blog non so come si fa.

Thank you so much, sisters

Sapete una cosa...? su fb mi ha colpito una 'pagina' che si chiama "ringraziate le femministe".
Lasciamo stare i contenuti generali della pagina, che non conosco bene. Mi interessa qui solo una riflessione che spicca a lato della pagina, su cui non si può non essere d'accordo:
    Ringraziate il movimento femminista se potete essere considerate cittadine invece 
    di merce. Se potete
    VOTARE
    SCEGLIERE COSA INDOSSARE
    SEPARARVI
    DIVORZIARE
    SCEGLIERE LA PERSONA DA AMARE
    SBAGLIARE
    RICOMINCIARE
    LAVORARE
    FARE CARRIERA
    ASPIRARE ALLA REALIZZAZIONE.
Già... pensandoci sembra impossibile che solo fino agli anni Sessanta e Settanta queste "libertà" per le donne erano IMPENSABILI (come lo sono ancora, del resto, in tantissimi Paesi del mondo). E allora ho pensato: già al cubo, ma perché invece di snobbare il femminismo con indifferenza, e a volte con fastidio, non lo ringraziamo?! come è stato che abbiamo ceduto a chissà quale propaganda malevola e strisciante che ci vuole convincere a confondere le "femministe" con delle racchie acide, che vogliono per forza sopraffare qualcuno? Sempre su fb, oggi ho trovato una pubblicità degli anni Sessanta che recita: 
"E' bello avere una ragazza in giro per casa. Con QUESTI pantaloni puoi camminare su di lei senza nessun bisogno di spararle". Eccola qui: (il commento in rosso è nostro - ça va sans dire..).




Bè, forse a questo punto non è necessario spiegare perché, improvvisamente, sento il bisogno di ringraziare le femministe.   
E lasciamo stare che da "quella" pagina pare si siano cancellate parecchie amiche, femministe e di sinistra, a causa di un post che "inneggiava" a Prospero Gallinari e alle "donne dei terroristi"... Non era un invito alla pagina, questo post, ma a una riflessione più ampia.

mercoledì 1 dicembre 2010

D-Day • primo blitz a Milano

Potremmo dire che nella discussione di Milano (del 18 novembre e del 1 dicembre), si è vista una differenza fra chi ritiene che un D-Day sia già un obiettivo in sé, e chi vuole invece AZIONI CONCRETE, più precise e individuate. Qui un riassunto:
Perché il D-Day è già un obiettivo?

1. perché confrontarsi collettivamente, facendo rete, è già un risultato preciso che cambia la nostra vita (e il peso delle donne nella politica, nel lavoro e anche nel personale);
2. perché lanciare e organizzare un simile evento (per giunta in collegamento con altri previsti per il 2011) comporta un viaggio nel quale si rompe l'isolamento e ci si conosce, si impara ad esprimersi, si incoraggia e si sviluppa quella consapevolezza critica del femminile che è alla base della partecipazione e della capacità stessa di incidere.. il viaggio in sé è perciò già la méta.
Perché è indispensabile indicare fin d'ora ANCHE obiettivi "concreti"?
1. perché qualunque confronto è ora che dia corpo a delle conclusioni;
2. perché bisogna agire prima che vengano smantellati del tutto i risultati delle conquiste degli ultimi 30 anni: alla velocità della luce infatti (dal brutale taglio del telefono contro il traffico di ragazze schiave, al processo di chiusura dei consultori), i sistemi di tutela ci si stanno squagliando sotto agli occhi;
3. perché se noi per prime puntiamo a obiettivi solo di principio, o al ribasso (come il 30% di "quote" di presenza), non potremo mai ottenere una vera partecipazione, proporzionata all'entità e al valore delle donne.
La proposta è dunque di sostenere attivamente gli sforzi per:
1. difendere strutture vitali per le donne, che ora sono duramente attaccate (cosa di cui, attualmente, la maggioranza delle donne non è messa in grado di rendersi conto)
2. fare un salto di qualità nella direzione di ottenere una equilibrata spartizione del potere.
E' inutile a questo scopo fondare nuove associazioni; più produttivo, invece, fare quadrato per potenziare le energie esistenti facendo nostre le loro parole d'ordine.
Riguardo all'obiettivo di giungere a una vera partecipazione decisionale, nella riunione è stato portato un importante contributo da Chicca Olivetti, animatrice di un movimento che si chiama, appunto, "La metà di tutto", e a cui vi rimandiamo. Per le stesse ragioni il blog di D-Day deve ospitare TUTTI i riferimenti alle associazioni esistenti e aiutare i collegamenti fra tutte. Nel prossimo periodo cercheremo di individuare proposte per realizzare eventi di partecipazione, da flash mob, a video, a incontri nelle scuole, conferenze eccetera.. il tutto nel modo più interfacciato possibile con le altre iniziative in corso.
La partita è aperta; la proposta è di giocarcela fino in fondo, mettendo al bando ogni posizione vuotamente ideologica e ogni stupida competizione.

Per chi fosse interessata a sapere di più su quanto è stato discusso a Milano.. QUI un approfondimento sulle considerazioni fatte:

1. I temi focalizzati
Gli argomenti sono stati tanti e riassumerli non è facile.
Se andiamo per punti, il più complesso e ovvio: COSA VOGLIAMO OTTENERE?
praticamente contiene tutti gli altri, implicando anche il come e il perché. Cosa vogliamo?
• sostenere la dignità femminile
• rifondare i rapporti con il maschile su basi di rispetto reciproco
• conquistare anche la solidarietà partecipata degli uomini
• dare voce al vasto respiro collettivo e variegato di uomini e donne animati da veri principi di collaborazione
• reclamare la metà di tutto
• GUARIRE (nientemeno).
A ben vedere, tutti questi punti sono sinonimi; o parti dello stesso concetto.
Il mondo NON può guarire se non si riequibra, all'origine, la stessa visione che ne abbiamo:
• come il mondo ricco deve guardare al Pianeta ANCHE dal punto di vista dei Paesi poveri,
• così l'Umanità deve guardare alla realtà ANCHE dal punto di vista della sua parte femminile.

A qualcuno sembreranno obiettivi astratti; tanto ambiziosi da proiettare uno scenario da qui a 10.000 anni. Eppure noi li dobbiamo volere ADESSO: è così che li otterremo; da subito. Come semi, scintille, elementi olografici che già in sé racchiudono il tutto.
Il solo fatto di volerli è qualcosa da cui tutti, uomini e donne, abbiamo solo da guadagnare ed è fra i nostri obiettivi far comprendere il perché.
2. Dalla dignità > alla vera condivisione del potere
Più nello specifico: è stato giustamente osservato che, se le donne sono la metà della popolazione, non si vede perché non debbano figurare in tali proporzioni (anche) in ogni ambito in cui SI DECIDE.
Eppure l'evidenza statistica (specie in Italia) parla chiaro: le donne sono sistematicamente ESCLUSE da ogni ambito decisionale; poche eccezioni confermano solo la regola.
Come ce lo spiegano? Una volta il problema era liquidato con l'argomento: le donne sono inabili. La "donna", essere umano grazioso quanto monco, là dove si decide e si agisce NON può eguagliare l'essere umano itself (il maschio). 
Ma se c'è una cosa certa è che a questa barzelletta nessuno crede più. Tanto che giovani e giovanissimi (molti dei quali credono che "femminismo" sia una parolaccia), si cullano anche nell'ingenua certezza che il valore femminile sarà riconosciuto.Dunque, che altre spiegazioni vien data alla cronica esclusione delle donne da ogni decisione importante? NESSUNA. Semplicemente NON SE NE PARLA davvero: il parlarne si stempera in un chiacchiericcio di donne inascoltate. Il concetto viene confuso, nascosto, annebbiato; un rumore assordante, una nebbia vischiosa, un'ottusa distrazione lo tolgono di mezzo.
Sorge però un nuovo mito: siccome le donne non sono inabili, SE non sono dove si decide è perché NON ci vogliono stare; per loro libera scelt
a. La verità è che da un lato divisione, confusione, menzogna impediscono alle scelte di essere libere; dall'altro silenzio ed inerzia fan si che le leggi della parità restino lettera morta.

lunedì 22 novembre 2010

siamo tante siamo diverse

vorrei in questo gruppo-movimento-luogo-per-discutere, incontrare donne di ogni età e di ogni visione del mondo e di ogni opinione politica. Io sono moderatamente di sinistra, ma voglio lavorare anche con comuniste, e con donne di destra. Purché condividano l'obiettivo: libertà e dignità femminili. E' tutto molto prima, e più importante della politica. Donne che sperano, che hanno rispetto di sé ce n'è ovunque. Quindi immagino di incontrare qui anche donne cattoliche. E mi scuso in anticipo se lancerò strali contro il Vaticano (inteso come potere), e contro la cinica politica clericale che ora impazza. La fede non c'entra per nulla. La religione organizzata c'entra poco. Combattere contro i diritti civili, e quelli delle donne in particolare, è tipico di molti movimenti estremisti affamati di potere. Che altrove si ammantano di islam, qui di cristianesimo.

SENZA PAROLE

scrive stefania barzini

Cliccare qui:

C'è molto da capire. E molto poco da dire.

domenica 21 novembre 2010

QUANDO E' ACCADUTO? E PERCHE'?

di Stefania Barzini

Credo che all'interno dei nostri gruppi D.E.B. ma soprattutto nel mondo femminile in generale, sia arrivato anche il momento di un confronto probabilmente doloroso ma insieme onesto e coraggioso. Perché è indubbio che qualcosa sia "andata a male" anche tra noi donne. Ricevo moltissime email da donne e uomini (più donne che uomini) che lamentano che, certo, media, tv, classe politica, ci bistrattano, ma spesso, troppo spesso, ci bistrattiamo da sole. Che ad un certo punto c'è chi ha creduto che emancipazione femminile passasse anche per l'uso diciamo cosi' spregiudicato del nostro corpo, da usare come merce di scambio. Non c'è dubbio che questo accade. Ma come mai? Perché? Cosa è successo? Cosa è' accaduto alle più giovani (non voglio generalizzare, diciamo a una parte di loro) e cosa soprattutto a noi, generazioni più vecchie, che le abbiamo lasciate fare? Senza parlare, chiuse in una sorta di sdegnoso/sdegnato silenzio? Lavarsene le mani non è meno colpevole. Mi piacerebbe che tra noi amiche D.E.B., le più e le meno giovani su questo ci si confrontasse con grande onestà. Che tutte noi donne, di ogni età, ce lo chiedessimo. Credo che una nuova consapevolezza possa nascere solo da qui.

giovedì 18 novembre 2010

Manifesto del D-Day

Chi siamo
Siamo un gruppo di donne. Donne e basta. Orgogliose di essere donne, ma non dell'immagine di donna che l'Italia sta esportando. Non abbiamo etichette politiche: sono benvenute le amiche di ogni parte, purché abbiano a cuore libertà e dignità femminili. Ci rivolgiamo anche agli uomini, perché è una strada che va percorsa insieme.

A cosa ci opponiamo
Il nostro nemico non certo è l'uomo, né vorremmo che gli uomini ci vedessero in opposizione a loro, ma alleate. Il nemico comune è la misoginia, un insieme malato di convinzioni che può colpire altrettanto a fondo sia i maschi sia le femmine e che fa male a entrambi. Ma da cui si può guarire. Volendo.

E perché ci opponiamo?
Già, perché vogliamo guarire? Perché la misoginia è il perno di molte e diverse strutture di potere, in molti paesi del mondo e in diverse società, che la utilizzano per meglio opprimere i loro popoli. Più totalitario è il potere, peggiore la condizione femminile. E viceversa, più libertà e dignità femminili significano più libertà e vera ricchezza per tutti.

Cosa proponiamo
La nostra proposta è di arrivare tutte insieme a un D-Day in un percorso che sia anche occasione di interrogarci, crescere insieme e maturare proposte concrete di interesse comune.
Premessa: il nostro gruppo non è che uno fra i tanti che nella rinnovata tensione generale stanno sorgendo ovunque. Anche fra noi ci sono donne di tutte le età: da ragazze del liceo fino ad altre già nonne: giornaliste, scrittrici, artiste; lavoratrici, casalinghe e studentesse, singole e mogli; figlie e madri; di sinistra di centro e di destra. Siamo diverse, ma tutte stufe della umiliante immagine femminile in cui ci dobbiano specchiare. Stufe di vedere come ogni statistica sulla condizione femminile metta l'Italia a fanalino di coda dell'occidente intero, per ostacoli opposti a ogni donna che voglia lavorare, vivere in modo autonomo, farsi una famiglia. Queste donne dicono BASTA: non per fermarsi ma per andare AVANTI. Desiderando, anche, esprimere esasperazione e speranze in un linguaggio creativo, che tutti possano capire: fuori da stereotipi e luoghi comuni.

Perciò, mentre sosteniamo anche gli altri eventi già in corso, invitiamo tutte a partecipare alla nostra proposta parlandone nei loro gruppi, o costituendo nuovi gruppi in tutta Italia, creando eventi, occasioni d'incontro, grandi e piccole manifestazioni in vista dell'evento collettivo del D-Day 2011.


Abbiamo taciuto per anni? Stavamo pensando, forse. Ora ricominciamo a parlare, a parlarci. A farci sentire. Ascoltiamoci, ascoltateci (colonna sonora: Respect, di Aretha Franklin)

Se vi abbiamo convinto: ADERITE AL D-DAY!
Compilando il form qui sotto potete inviare le vostre firme e, se volete, lasciare anche un brevissimo commento. L'elenco firme apparirà a breve in un post a parte. Le vostre mail, che servono solo a verifica di veridicità, resteranno rigorosamente RISERVATE.

Le adesioni sono aperte anche agli uomini D-Day/solidali, naturalmente!
RSVP e.. grazie se farete girare l'invito!
ATTENZIONE/NOTA IMPORTANTESE vi sembra di NON RIUSCIRE A FIRMARE... cioè SE al posto del codice di verifica da digitare vedete un punto di domanda... non preoccupatevi  (è un piccolo baco che si rimuove da solo) e CLICCATE una volta su 'FIRMA ADESIONE': vedrete che il codice riappare subito. ;)

mercoledì 17 novembre 2010

Sono davvero loro?..

di Stefania Barzini

"Italian women who defy stereotypes": questo il titolo di un articolo pubblicato da Newsweek in difesa delle donne italiane, e che trovate a QUESTO LINK. Queste donne "non sono solo l'immagine stereotipata che oggi viene fuori da certa televisione o da certa stampa". Le donne italiane, insomma, secondo la rivista americana, non sono solo "bimbos": squinzette per capirsi, escort, cubiste, veline, paperine, trottoline, paroline, letterine, soubrettine mute ecc. Meno male che anche all'estero se ne accorgono. E nel suo articolo Newsweek pubblica una lista e le foto di quelle donne italiane che ritiene rappresentino la parte migliore dell' "altra metà del cielo" del nostro Paese. Ma sono proprio loro le più rappresentative? O comunque loro le migliori? Voi che ne dite? E non vi sembra grave che ci sia bisogno di difendere l'immagine femminile del nostro Paese? Cosa dunque si pensa delle donne italiane, all'estero? E non sarebbe ora che a difenderci cominciassimo anche noi?

Feminist's ritual matricide

di Stefania Barzini
A QUESTO LINK trovate l'articolo originale di Susan Faludi su ciò che sta accadendo in America al movimento femminile. Nuove generazioni di donne contro le più vecchie? Madri contro figlie? Figlie contro madri?
Da leggere per ragionarci sopra.

lunedì 15 novembre 2010

La liberazione delle figlie

di Stefania Barzini
E' uscito, sull'ultimo numero di Internazionale un articolo molto interessante a firma Susan Faludi, scrittrice e giornalista statunitense, Premio Pulitzer nel 1991. La Faludi si interroga sui motivi per cui il movimento delle donne in America, ma non solo, si sia impantanato in un conflitto generazionale, madre-figlie, feroce e senza sbocco. Le ragazze, afferma, vogliono fare tabula rasa del passato. A colpi di cerette e calze a rete. E' un articolo che ha fatto discutere le donne e le femministe americane, e sono sicura che farà discutere anche noi. In sintesi, tanto per darvi uno spunto: come e quando è accaduto chele giovani generazioni di donne sono state abbandonate alla mercè del più falso dei femminismi, quello per capirsi consumistico, imposto dalle multinazionali che vendono così, in nome della liberazione della donna, rossetti e wonder bra a gogò? Con il tacito benestare delle femministe d'antan. Un articolo accorato e polemico, oltre che intelligente. E ben vengano polemiche e discussioni.


Prima riunione romana: ecco com'è andata

Va bene come fotografe non siamo ancora il massimo ma ci stiamo attrezzando! Intanto un sunto della riunione delle donne di Roma e un invito a tutte le donne d'Italia ad organizzarsi in gruppi, a riunirsi, a pensare come pubblicizzarci, a come darci visibilità.

Care amiche per prima cosa grazie!!! l'incontro e' stato davvero bello, eravamo tante (circa 40), allegre, determinate e con un intento comune. una bella partenza che ci ha incoraggiate a fare di piu'. la cosa che ci ha fatto piu' piacere e' che sia stato un incontro, diciamo cosi', trasversale: c'erano donne dai 17 ai 68 anni! c'erano donne che lavorano, ma anche casalinghe, artiste, universitarie e liceali.

1) per prima cosa adriana zanetti si e' offerta di diventare la coordinatrice su roma, cosa di cui le siamo grate!

2) Giovanna Nuvoletti (siamo grate anche a lei) sara' invece quella che stendera' il documento/manifesto che apparira' poi sul blog per essere firmato e condiviso, nonche' verra' mandato alle redazioni di giornali, riviste ecc. appena sara' partorito lo posteremo sul gruppo e aspettiamo i vostri commenti.

3) si e' poi ampiamente parlato della struttura del nostro movimento, che vuole essere decentralizzata e autonoma, anche rispetto ad altri movimenti analoghi con cui naturalmente trovare sinergie per eventi, manifestazioni ecc. decentralizzata nel senso che ognuna di noi deve lavorare a sensibilizzare l'ambiente in cui vive e lavora.

4) abbiamo sottolineato il desiderio e l'esigenza di confrontarci, comunicare, lavorare insieme alle giovani generazioni di donne che vorremmo avessero ruolo attivo nel gruppo, nell'organizzazione di eventi ecc. vorremmo anche che, appello che facciamo tra le amiche di tutta italia, una o due giovani si proponessero per diventare, insieme alle altre, amministratrici del blog. naturalmente questo approccio alle nuove generazioni deve tenere sempre presente linguaggi e modi di comunicare che sono propri dei piu' giovani.

5) abbiamo discusso sulla struttura generale del movimento (vedi punto 3) c'erano per esempio alcune donne di paesi vicino a roma che sentono l'esigenza di creare gruppi li' dove vivono, anche se si tratta di poche persone. e' quello che vogliamo tutte!! partiamo dal piccolo per arrivare al grande!

6) il movimento deve avere due anime, quella attiva, che proponga eventi e interventi, quella insomma fattiva, e quella di riflessione e confronto con il mondo esterno e tra di noi. abbiamo tutte, nella riunione, espresso l'esigenza di capire, con onesta', cosa sia accaduto a noi donne in questi anni, le ragioni vere del nostro assordante silenzio, da ricercare non solo nella societa' ma in primis in noi stesse.

7) il desiderio e' quello di essere presenti sia a livello nazionale che locale, il che vuol dire proporre e organizzare eventi, incontri, discussioni anche nei posti in cui si vive, con tematiche non solo nazionali ma anche legate a esigenze, avvenimenti, problemi locali. naturalmente qualsiasi cosa si organizzi localmente deve comunque essere riportata al centro di modo che possa essere pubblicizzata e raccontata.

8) l'esigenza primaria adesso e' quella di farci conoscere, di far girare il nostro nome e la nostra organizzazione, quindi invitiamo tutte a pensare ai modi con cui questo puo' accadere e a possibili contatti da utilizzare.

9) il gruppo romano vuole iniziare a farsi conoscere organizzando flash mob e questo in sinergia con il gruppo maude, un'associazione di donne dello spettacolo attive anche nel nostro gruppo, che penseranno ad una sorta di happening adatto al flash mob. ci piacerebbe che altri flash mob venissero organizzati in città, paesi ecc. magari in contemporanea.

10) a seguire ai flash mob naturalmente c'e' il nostro appuntamento piu' importante, il d-day, e' importante che ci si muova da subito, allargando il gruppo e trovando adesioni. quando il nostro documento con l'appello sara' pronto vi invitiamo a condividerlo e a farlo girare il piu' possibile. la data sara' decisa tutte insieme.

11) last but not least come dicono gli americani, al secolo per ultimo ma non in ordine di importanza, il rapporto con gli uomini, tema che e' stato a cuore a tutte. c'e' una grande esigenza di "condivisione" di coinvolgere il mondo maschile e confrontarsi con esso, fermo restando che la nostra e' un'organizzazione femminile, i nostri eventi e proteste saranno aperti a chiunque voglia parteciparvi, senza distinzione. abbiamo bisogno di aiuto e sostegno. ci sono tanti uomini aperti e disgustati quanto noi del modo in cui si e' svilita la figura femminile, ben venga il loro supporto e cerchiamo anche di cambiare i cervelli di coloro che la pensano diversamente.

Abbiamo bisogno dell'aiuto e della fantasia di tutte voi. siate propositive dunque, e' arrivato il momento di debuttare!!


venerdì 12 novembre 2010

Aderisci al D-Day


Questo post rimanda allo STESSO form per le adesioni che trovate sotto al manifesto del D-Day. Firmare qui, o là, è la stessa cosa. RSVP!



Compilando i campi qui sotto potete inviare le vostre firme e, se volete, lasciare anche un vostro suggerimento o una proposta di collaborazione. L'elenco firme apparirà in un post a parte, che è in preparazione.
Le vostre mail resteranno rigorosamente RISERVATE. Le adesioni sono aperte anche agli uomini D-Day/solidali, naturalmente!

ATTENZIONE / NOTA IMPORTANTE: SE vi sembra di NON RIUSCIRE A FIRMARE... cioè SE al posto del codice di verifica da digitare vedete un punto di domanda... non preoccupatevi  (è un piccolo baco che si rimuove da solo) e CLICCATE una volta su 'FIRMA ADESIONE': vedrete che il codice riappare subito. ;)

Women awake!! Chiamata alle donne per un D-Day

Secondo Wiki, un D-Day è il giorno in cui si sferra un attacco.  Noi intendiamo, invece, qui: un GIORNO DELLE DONNE. Ma di sicuro deve mantenere anche il significato di un "ritorno", una riscossa, uno sbarco.. perché ci siamo svegliate! Stiamo tornando..
Come? dove? quando sarà questo D-Day? da ora è D-Day tutti i giorni, tanti piccoli D-day ovunque, fino a non aver più bisogno di indire un "giorno delle donne" per ricordarsi anche dei diritti delle donne e della dignità femminile. 
Ma intendiamo anche proclamare un ininterrotto D-day nel senso di ridare respiro al contributo delle donne, che è prezioso per tutti. Dunque aver fiducia in noi, parlare di più, smettere di delegare, portare la nostra azione nel mondo: dove, quando e come, dipende solo da noi.
Questo blog, e il gruppo nato su Fb da meno di una settimana, sono solo un punto di partenza.. ma come si sa, da 2 invisibili celluline che si incontrano nasce un bambino e da lì il mondo cambia per sempre. .. da un centino inizia un milione, eccetera.
Per strada diventeremo moltissime e capiremo bene cosa fare e come farlo, con l'aiuto di voi tutte.
Per cominciare vi rimandiamo, per l'ennesima volta:
• al gruppo su facebook, dove si discute e si formano i gruppi locali.
• ai link (che trovate anche sempre alla sinistra del blog) che rimandano ai primi post fatti, i quali in pochi punti dicono tutto l'essenziale per cominciare:
6. e infine Stati generali delle Donne (cosa sono, chi li ha indetti, perché li vorremmo sostenere).
A breve uscirà anche un documento più approfondito che proporremo a tutte. 
A questa pagina, dedicata alle adesioni, potete firmare e lasciare un vostro recapito e-mail.
• Vi rimandiamo infine, ovviamente, agli innumerevoli altri blog, siti di donne, e gruppi simili al nostro che si stanno formando.. man mano che li troveremo li inseriremo TUTTI nei blog-roll a tema che vedete ai lati di questo blog, in modo che per tutte sia facile raggiungerli rapidamente.

Ragazze, alle finestre! al telefono, su fb, a scuola, all'università, sul lavoro, al mercato, per e-mail, per sms, per I-phone, sui vostri blog eccetera... cominciate a far girare la voce

























giovedì 11 novembre 2010

Dove e come ci incontriamo

Ricordiamo a tutte che la discussione su eventuali eventi in corso è su fb, a questo gruppo.
I 2 primi incontri organizzati sono quelli di Roma, Sassari e Milano, rispettivamente:
1. Roma: Venerdi 12 novembre, h. 17,00: Libreria Bibli, via Fienaroli 28
2. Sassari: Venerdi 19 novembre, h. 21,00: circolo Borderline, via Rockfeller 16.
3. Milano: data da definire PRESTISSIMO (vedi aggiornamenti).
AGGIORNAMENTO: in questa immagine i primissimi commenti alla primissima riunione tenuta venerdi 12/11 a Roma:

AGGIORNAMENTI
TUTTI gli appuntamenti, con relativi argomenti di discussione, date, orari e indirizzi, sono sempre sul gruppo fb, a cui vi rimandiamo.

Cos'è questo blog, come funziona e altre connessioni

Questo blog nasce, dopo i primi incontri su Facebook, come punto fisso sul quale raccogliere la cronaca di questo progetto, dando a tutte (anche quelle che non sono su fb) l'opportunità di raggiungerci e partecipare: di essere informate, di commentare, dare contributi, inviare notizie; e anche far conoscere a tutte altri blog, o siti, associazioni, tutto quanto può servire per allargare la rete delle relazioni di ciascuna di noi con il resto del mondo femminile.
Speriamo potrà anche funzionare come una sorta di bacheca per condividere le iniziative che man mano prendono forma: dalla nascita di comitati o nuovi gruppi, all'organizzazione degli eventi che da lì nasceranno.
A questo scopo, questi primi post informativi saranno EVIDENZIATI tutti, sulla sinistra del blog (prima dei siti e blog consigliati) con dei link a cui tutte potranno rapidamente risalire per argomento.
I link fissi rimanderanno dunque ai 6 post in parte introduttivi e in parte organizzativi:
1. Appello alle donne per il D-day
2. Appello ai maschi per sostenerci
3. Manifesto
4. Gli Stati Generali delle Donne
5. Come funziona questo blog e altre connessioni
6. Bacheca degli incontri
7. Bacheca degli eventi
Da lì in avanti i post funzioneranno secondo gli aggiornamenti, ciascuno su un diverso argomento, insomma... come funzionano tutti i blog: ogni post è un articolo, che tutte poi possono completare e arricchire aggiungendo un commento e, attraverso i commenti, anche tantissime notizie nuove.
L'utilizzo di un blog, anche per le meno esperte, è molto facile e intuitivo, speriamo che vi troverete tutte bene.
ATTENZIONE:
Nostra intenzione, e nostro desiderio, sarebbero che questo blog fosse di aiuto nel far incontrare più realtà e persone possibili... tutte quindi sono benvenute! Segnaleremo con gioia TUTTE le realtà esistenti di cui ci vorrete mettere a conoscenza, valorizzando al massimo - per quello che possiamo- i contributi di tutte.

Appello a voi uomini

Cari uomini, 
vorremmo dirvi quanto avremmo bisogno di voi, in tutto questo, e che stiamo facendo qualcosa che CONVIENE ANCHE A VOI. Perché fra le macerie in cui, per le donne, convivono pericoli che vanno dalla puttanizzazione generale al burka, NON incespichiamo solamente noi.
La sottrazione della faccia e dei pensieri toglie alle donne la facoltà di incidere nel mondo:
• da un lato del pianeta impazzano la negazione dei diritti, burka e dipendenza dal maschio;
• dall'altro lato, una teorica parità neutralizzata da tette, sederi e idiozia mediatica.
Ma - dai "nascondi la faccia e abbassa gli occhi", ai "sii bella e stai zitta", che ovunque negano ogni dignità alla donna.. insistiamo: chi ci perde NON siamo solo noi.

E' un grande equivoco che relega entrambi i sessi nel ruolo dei poveracci, in un teatro dei burattini in cui chi tira i fili non sono nemmeno interessi di genere, ma di un potere che non guarda in faccia a nessuno e che ci trasforma tutti, meramente, in "consumatori" consumati. Dietro all'eterna lotta fra i sessi si giocano le partite di quel business che decide il destino di tutti: quello di una lobby di mascalzoni che gestisce il potere.
Eppure quasi nessuno si ferma mai a pensare quanto c'entra, tutto questo, con l'INIMICIZIA FRA I SESSI: quanto c'entra per la legge (anch'essa eterna) del DIVIDE ET IMPERA.

Perché ogni tiranno, da che mondo è mondo, tiene a bada la moltitudine che vessa proprio giocando sulla rivalità fra i sessi. Quanto più i regimi sono autoritari, perciò, tanto più la donna deve essere sottomessa o zittita. Un autoritarismo che ha tante facce: si esprime chiaramente nei regimi dittatoriali, e in modo più subdolo nelle dittature operate sui "mercato libero" da poche potenti multinazionali.
Ecco perché i fautori del medioevo che, oggi, brandiscono contro le donne burka, bastoni e leggi religiose sono stretti alleati (*vedi anche nota sotto) proprio dei promotori della mercificazione che zittisce le donne con il lavaggio del cervello.
Infatti... se a ogni singolo maschio si dà in pasto una sotto-umanità su cui lui è sovrano.. Padrone in casa propria! Che gli importerà mai, davvero, della democrazia? di dove va il mondo, verso che burroni sta precipitando?
Così è sempre stato, e sempre sarà; non inganni l'apparente parità conquistata dalle donne in Occidente, almeno sul piano legale, nell'ultimo secolo.

A meno che donne e uomini non reagiscano uniti, comprendendo che ne va della vostra stessa libertà; della vera capacità di decidere e di partecipare; nonché del vostro stesso diritto di godere pienamente di un rapporto vero, perciò...
Veniteci in aiuto, voi uomini: la schiavitù di una donna è un piatto di lenticchie confronto ai regni sfavillanti che l'amore restituisce nella libertà reciproca :-)


Vi daremo in cambio più sorrisi, più gioia, più Bellezza; vogliamo contare, certo; non contro di voi ma CON voi.
* per chiarire meglio questo concetto: invitiamo ad osservare come gli stessi Governi che, all'elettorato, mostrano una faccia ferocemente avversa all'immigrazione, dall'altro sostengono politiche di stretta alleanza economica con i regimi liberticidi più INTEGRALISTI, dall'Iran (vedi questo articolo del Sole 24Ore) alla Libia. Questi ultimi, poi, scatenano feroci repressioni interne che sono a loro volta causa di fughe dei perseguitati dai rispettivi Paesi: i quali, dove vanno? cercano rifugio nei paesi "liberi", i quali, per demagogia elettorale e per precisi accordi (pubblici o riservati) fra gli stessi Governi, fanno muro contro di loro.

Sono stati indetti gli Stati Generali delle Donne

Il 12-7-2010 la Casa Internazionale delle Donne aveva invitato tutte le donne a un'AGITAZIONE PERMANENTE per riconquistare il terreno perso, e magari andare anche oltre. E in effetti il momento era maturo! moltissime stavano già facendo rollare i tamburi, e molte altre si sono mosse nel frattempo. Amiche che prima non parlavano mai di "politica", o credevano che "FEMMINISMO" fosse una specie di PAROLACCIA hanno iniziato a fare quella cosa pericolosissima che piace alle donne: PARLARE!
e non solo di cosmetici, fidanzati o discoteche... ma dei casini nella scuola e sul lavoro, del burka che avanza, delle mutande che volano un po' troppo, e troppo spesso insieme ai soldi. E a furia di scambiarsi idee, confrontarsi e farsi andare le rotelle son saltate fuori anche idee pazze (come quella di un D-day!).
E un'idea veramente pazza, tanto è bella, è stata quella di un gruppetto che si è costituito in associazione lanciando l'idea di indire degli STATI GENERALI DELLE DONNE, presentata a Roma e a Milano ai primi di ottobre, insieme a uno spettacolo scritto e diretto dalle sorelle Comencini.
Ma, in generale (appunto) .. ;DD
checcavolo sono degli "stati generali"? bè, lo scoprite QUI.
Farlo per le donne... significa radunarle, farle esprimere, concordare dei punti di un programma che si vuole attuare, e soprattutto, farlo come soggetto collettivo: cioè dire, siamo qui, non siamo più un'addizione infinita di singole, ma siamo l'ANIMALONE DONNA, un coso unitario che si muove come un sol uomo anzi, come una sola donna: che ha le idee chiare, sa cosa vuole dire, e lo va a dire a qualcuno che non potrà più fare orecchie da mercante. Quindi, partecipiamo tutte! aderiamo entusiaste, senza aver paura delle enormi differenze che ci sono anche fra di noi. NON importa!! se alcune sono di destra e altre di sinistra, se ci sono le italiane e le straniere, le ricche e le povere.. è normale che la metà del mondo sia variegata; esiste sempre però la possibilità di fare uno sforzo comune per migliorare le cose, nel modo meno litigioso possibile. Da parte nostra, l'appello che facciamo a tutte è:
1. PARTECIPATE
2. DIMENTICATE OGNI COMPETIZIONE

Nel video qui sotto, vi diamo testimonianza della prima, grande riunione che si è tenuta a Milano su questo progetto:

AI LINK seguenti trovate:
• il blog dell'associazione "DI NUOVO", che sta tirando le fila degli stati Generali delle Donne
• il video dello spettacolo "Libere" scritto e diretto da Cristina e Francesca Comencini.
Qui sotto, il promo dell'iniziativa:

Ai LINK seguenti, invece, trovate gli inviti all' "agitazione permanente" lanciati dalla Casa Internazionale delle Donne:
• la nota su Facebook di Casa Internazionale delle Donne di Roma
• un articolo sullo stesso argomento su womenews.net.