giovedì 29 novembre 2012

La donna-water ingentilisce il prodotto, la protesta ingentilisce i produttori di water

Che ci crediate o no, dopo le proteste di diversi blog, e la campagna avviata dalla pagina fb delle Donne ultraviolette, e rilanciata da diverse altre, a partire dalla Rete delle reti, che invitava a scrivere allo IAP, e dopo che la pagina fb della casa produttrice è stata sommersa di proteste (anche molto colorite), non solo l'azienda ha soppresso la sua campagna indecente - che speculava su anoressia, violenza e sessismo, ma si è spinta a diramare un comunicato notevole per più di una ragione.
Le reazioni del resto sono state davvero decise; questa volta, sull'invito a scrivere allo IAP, campeggiava addirittura lo slogan Voglio una denuncia penale




Esagerato? forse; o forse no. Finalmente qualcosa di chiaro sulle conseguenze gravissime che possono avere sulle persone certi messaggi.

La contro-offensiva è stata efficace. Giudicate voi se fosse opportuna o meno. Questo il testo integrale della risposta pervenuta dall'azienda (nb: maiuscole, errori, puntini e punti esclamativi sono originali):

Buongiorno, 

Vi informiamo che abbiamo ricevuto comunicazione dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) nella quale ci invitano a desistere dalla diffusione dei messaggi relativi alla campagna "Liberati dal peso delle scelte" (come vedete dalle immagini, "liberati" veniva finemente rappresentato da donne sedute sul cesso o con la faccia nello stesso, nell'atto di vomitare, ndr).

Avremmo potuto opporci, ma abbiamo scelto di accogliere l'invito,

 ritenendo che la sensibilità altrui vada sempre rispettata. 

Accogliamo le segnalazioni di chi ritiene la campagna 'offensiva nei confronti delle donne' e per tanto rinunciamo a proseguire in quel senso pur ritenendo che sui cartelloni ed in tv, escano tutti i giorni immagini forse più raffinate ma molto peggiori sotto questo profilo. 
La ns. Donna voleva ingentilire un prodotto, la discarica di macerie e rifiuti da ristrutturazione, normalmente molto maschile, ad occhi meno critici, i nostri, non era apparso il problema. 
Diversamente vogliamo anche porgere un milione di scuse per la segnalazione arrivata dall'associazione 'anoressia'. Piaga che potrebbe colpire chiunque o qualunque genitore, ci ha toccato nel profondo. Alle persone che si sono sentite offese in questo senso chiediamo ancora scusa. Non abbiamo pensato a cosa avrebbe potuto portare alla mente quella immagine a chi sia stato toccato direttamente o indirettamente dalla malattia.
Questo è il motivo principale per il quale ci sentiamo ... " sciocchi"............. 
Per tutto il resto, RITIRIAMO la campagna per far cosa gradita sperando che venga apprezzato lo sforzo che deve sopportare un'azienda che molto ha investito in una pubblicità per la quale, diversamente dall' opinione di alcuni, è stata apprezzata da altri e siamo certi che se noi dobbiamo rispettare e riflettere sul dissenso di alcuni, taluni dovrebbero rispettare e riflettere su chi ha un punto di vista diverso (quale? quello delle donne con la faccia nel cesso? ndr).
In un mondo che urla ....., in un periodo difficile, in momenti di tensione chiunque puo' commettere errori, magari gravi ma in buona fede, portato a riflettere deve fare un passo indietro o CHI PERO', pochi fortunatamente, non ha aspettato un istante ad ingiuriare noi o chi ha elaborato la 'campagna' o peggio ha verbalmente aggredito con particolare veemenza i dipendenti innocenti e perfino ignari dell'accaduto, non solo non chiediamo scusa, ma lo invitiamo a riflettere almeno quanto abbiamo fatto noi, A RINUNCIARE MAGARI NEL FUTURO ALLA VIOLENZA CON LA QUALE SI E' ESPRESSO, E MAGARI, ANCH' EGLI A CHIEDERE SCUSA !!!!!!!!!!!!! A tutti gli altri. 
Per i motivi sopra esposti invitiamo tutti a non divulgare ulteriormente le immagini.
GRAZIE per averci fatto riflettere, e ancora scuse !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
La Direzione Bricomatt.

Insomma, diciamolo: alla fine non si capisce se vi scusate o se esigete delle scuse. Ma si resta senza parole davanti al modo in cui sembrate cadere dal pero, l'inconsapevolezza che sembra abbiate del danno.  

Diteci perché noi donne dovremmo fidarci di Renzi

Primarie secondo round: la candidata donna, impallinata da tutti i lati, è stata tolta di mezzo. Ora che fare? chi dovremmo votare? Nell'attesa di decidere se e cosa votare, alla seconda puntata, siamo andate a verificare il "nuovo che avanza", e che vuole avanzare ADESSO. E francamente, abbiamo visto un bel po' di cose preoccupanti. Intanto qualcosa riguardo ai suoi MODI: qualcosa che tradisce - anzi denuncia, anzi mette orgogliosamente in vetrina, modi maschilisti e violenti... un animo autoritario. Esageriamo? Non so, giudicate voi:


Non solo sostiene a spada tratta argomenti che non condividiamo sul piano strategico (parlo di inceneritori come "soluzione" al problema dei rifiuti, laddove la raccolta differenziata è vista solo come un' "integrazione", un ottimo obiettivo secondario; non quello che dovrebbe essere: parte centrale di una strategia per una gestione circolare delle materie, con l'obiettivo principale di produrre materie prime-seconde portando al minimo la distruzione). Ma sorvoliamo! la cosa che ci colpisce e ci preoccupa è la violenza verbale, l'arroganza senza appello con cui zittisce una oncologa alzando la voce e usando come "argomenti" solo espressioni sarcastiche. Forna? no, sostanza. La sostanza che sostanzia la politica berlusconiana che ci ha afflitto per 20 anni, con i suoi ideologhi e rétori, dai Giuliano Ferrara a tutti i Sallusti. 
Una sostanza che ritroviamo intatta anche in questo secondo video. A parte i temi (di per sè oltremodo preoccupanti) sollevati dal servizio; si veda dal minuto 3,35: come liquida berlusconianamente, e in modo insultante, il giornalista che fa lecite domande:


E che dire poi delle politiche renziane cosiddette "di genere"? insomma: di tutto ciò in cui l'Italia è indietro di 200 anni, e che dovrebbe essere realizzato nell'interesse di tutti, ma si sconta soprattutto sulla pelle delle donne?Il suo tema più rappresentativo: un'ottima legge, per esempio, la 194, che era nata per fare prevenzione e per eliminare il disgustoso mercato degli aborti clandestini; e che in 30 anni ha più che dimezzato gli aborti. Ma comntinuamente attaccata e messa in discussione con argomenti pietistici, attaccando in realtà le donne e i servizi sociali. Bene: come Presidente della Provincia, Renzi (noto per strette relazioni familiari non solo con il PD, ma anche con ambienti come l'Opus Dei) sosteneva il (sedicente) "Movimento per la Vita". Come Sindaco di Firenze ha promosso, e sostiene a spada tratta) la più che discutibile operazione del "cimitero dei feti" - destinata a tirare nuove bordate proprio alla 194 stessa. 

Per concludere: per quanto scrutiamo, ci sembra proprio di vedere una persona autoritaria, dai modi violenti e ispirati alla più trita arroganza maschil/ista; dai temi (veri) di programma tritamente orientati a una visione di mondo che ha già fatto troppi danni; che sventola "donne" come decorazioni pubblicitarie ma poi fa politiche contro le donne.
Insomma: qualcuno ci dica perchè noi donne dovremmo FIDARCI di Matteo Renzi. 
E, se il buon giorno si vede dal mattino... diteci perché dovremmo votare Matteo Renzi. Attendiamo fiduciose.

PS - in postscriptum diciamolo pure, 1. che NON ci è piaciuto, signori maschi, come avete condotto le primarie nei confronti della prima donna in corsa; 2. che avete perso punti tutti; e anche 3. che non saranno amarezze sprecate, ha ragione chi dice che per le donne è stata una grande scuola

martedì 20 novembre 2012

Non esiste un modo elegante di mettere un burka. Crepino i burka e viva Greenpeace.

In vista delle Primarie del centrosinistra (e in attesa che si organizzino le "primarie" del Centrodestra, probabili quanto sarebbe probabile che un'azienda affidi a una consultazione popolare i ruoli del proprio CdA), gli stufi marci della politica e dei suoi metodi cercano spiragli alternativi all'astensionismo, e metodi nuovi per valutare candidati e programmi.
Noi segnaliamo due elementi centrali che sempre più gente ritiene non più negoziabili - devono essere considerati! E sarebbero: 
1. ambiente e sostenibilità;
2. democrazia paritaria e sguardo di genere.
Su primo tema Greenpeace ha promosso la campagna "Io non vi voto", che mette finalmente la politica con le spalle al muro (era ora!): devi rispondere su tutti i punti di una buona politica energetica. E se non rispondi, anche questa è una risposta.
Finora, su entrambi i temi, sembra che i soli a rispondere degnamente siano stati Laura Puppato e Nichi Vendola. Laura però, lo fa diversamente da tutti; e addirittura in forma di replica. Lo fa come qualcosa che è, a priori, nel suo DNA politico: qualcosa di già dimostrato in tutta la storia da amministratrice in cui le decisioni ha dovuto prenderle lei, e l'ha fatto non in "campagna elettorale", ma per convinzione, sotto la pressione di nessuno. Con la stessa spontaneità, fin dai primi di novembre ha sollevato l'idea di dedicare le primarie, e parte dei loro entroiti, ai centri antiviolenza - dato che la consultazione cade nella giornata internazionale per mettere fine alla violenza contro le donne. Con la stessa tranquillità, ha salutato l'iniziativa di Greenpeace non come un "attacco alla politica", ma come un opportuno invito a chiare prese di posizione.
Ma tanto, chi lo sa? ieri sera, speranzose, ci siamo accomodate davanti all' Infedele di Lerner, dove Puppato era finalmente ospite! sperando di vederla parlare (finalmente), del suo programma in una trasmissione di informazione. Dopo ore e ore di noiose chiacchiere aveva potuto dire si e no 3 parole, di straforo; in compenso ha fatto tutto il tempo una gran bella tappezzeria. Lerner, ma tu il burka non avevi detto che volevi "toglierglielo"? o volevi solo infirlaglielo con più stile? Perché su una cosa dobbiamo deludere quelli che sottovalutano: non c'è stile nel burka, mai. 
Abbasso il burka, dunque, e l' "informazione migliore" che abbiamo, che non è all'altezza: al pari di quella peggiore.
Viva Greenpeace, invece, che toglie i panni ai politici, obbligandoli a mostrare verità che dobbiamo conoscere.