giovedì 29 novembre 2012

La donna-water ingentilisce il prodotto, la protesta ingentilisce i produttori di water

Che ci crediate o no, dopo le proteste di diversi blog, e la campagna avviata dalla pagina fb delle Donne ultraviolette, e rilanciata da diverse altre, a partire dalla Rete delle reti, che invitava a scrivere allo IAP, e dopo che la pagina fb della casa produttrice è stata sommersa di proteste (anche molto colorite), non solo l'azienda ha soppresso la sua campagna indecente - che speculava su anoressia, violenza e sessismo, ma si è spinta a diramare un comunicato notevole per più di una ragione.
Le reazioni del resto sono state davvero decise; questa volta, sull'invito a scrivere allo IAP, campeggiava addirittura lo slogan Voglio una denuncia penale




Esagerato? forse; o forse no. Finalmente qualcosa di chiaro sulle conseguenze gravissime che possono avere sulle persone certi messaggi.

La contro-offensiva è stata efficace. Giudicate voi se fosse opportuna o meno. Questo il testo integrale della risposta pervenuta dall'azienda (nb: maiuscole, errori, puntini e punti esclamativi sono originali):

Buongiorno, 

Vi informiamo che abbiamo ricevuto comunicazione dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) nella quale ci invitano a desistere dalla diffusione dei messaggi relativi alla campagna "Liberati dal peso delle scelte" (come vedete dalle immagini, "liberati" veniva finemente rappresentato da donne sedute sul cesso o con la faccia nello stesso, nell'atto di vomitare, ndr).

Avremmo potuto opporci, ma abbiamo scelto di accogliere l'invito,

 ritenendo che la sensibilità altrui vada sempre rispettata. 

Accogliamo le segnalazioni di chi ritiene la campagna 'offensiva nei confronti delle donne' e per tanto rinunciamo a proseguire in quel senso pur ritenendo che sui cartelloni ed in tv, escano tutti i giorni immagini forse più raffinate ma molto peggiori sotto questo profilo. 
La ns. Donna voleva ingentilire un prodotto, la discarica di macerie e rifiuti da ristrutturazione, normalmente molto maschile, ad occhi meno critici, i nostri, non era apparso il problema. 
Diversamente vogliamo anche porgere un milione di scuse per la segnalazione arrivata dall'associazione 'anoressia'. Piaga che potrebbe colpire chiunque o qualunque genitore, ci ha toccato nel profondo. Alle persone che si sono sentite offese in questo senso chiediamo ancora scusa. Non abbiamo pensato a cosa avrebbe potuto portare alla mente quella immagine a chi sia stato toccato direttamente o indirettamente dalla malattia.
Questo è il motivo principale per il quale ci sentiamo ... " sciocchi"............. 
Per tutto il resto, RITIRIAMO la campagna per far cosa gradita sperando che venga apprezzato lo sforzo che deve sopportare un'azienda che molto ha investito in una pubblicità per la quale, diversamente dall' opinione di alcuni, è stata apprezzata da altri e siamo certi che se noi dobbiamo rispettare e riflettere sul dissenso di alcuni, taluni dovrebbero rispettare e riflettere su chi ha un punto di vista diverso (quale? quello delle donne con la faccia nel cesso? ndr).
In un mondo che urla ....., in un periodo difficile, in momenti di tensione chiunque puo' commettere errori, magari gravi ma in buona fede, portato a riflettere deve fare un passo indietro o CHI PERO', pochi fortunatamente, non ha aspettato un istante ad ingiuriare noi o chi ha elaborato la 'campagna' o peggio ha verbalmente aggredito con particolare veemenza i dipendenti innocenti e perfino ignari dell'accaduto, non solo non chiediamo scusa, ma lo invitiamo a riflettere almeno quanto abbiamo fatto noi, A RINUNCIARE MAGARI NEL FUTURO ALLA VIOLENZA CON LA QUALE SI E' ESPRESSO, E MAGARI, ANCH' EGLI A CHIEDERE SCUSA !!!!!!!!!!!!! A tutti gli altri. 
Per i motivi sopra esposti invitiamo tutti a non divulgare ulteriormente le immagini.
GRAZIE per averci fatto riflettere, e ancora scuse !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
La Direzione Bricomatt.

Insomma, diciamolo: alla fine non si capisce se vi scusate o se esigete delle scuse. Ma si resta senza parole davanti al modo in cui sembrate cadere dal pero, l'inconsapevolezza che sembra abbiate del danno.  

Diteci perché noi donne dovremmo fidarci di Renzi

Primarie secondo round: la candidata donna, impallinata da tutti i lati, è stata tolta di mezzo. Ora che fare? chi dovremmo votare? Nell'attesa di decidere se e cosa votare, alla seconda puntata, siamo andate a verificare il "nuovo che avanza", e che vuole avanzare ADESSO. E francamente, abbiamo visto un bel po' di cose preoccupanti. Intanto qualcosa riguardo ai suoi MODI: qualcosa che tradisce - anzi denuncia, anzi mette orgogliosamente in vetrina, modi maschilisti e violenti... un animo autoritario. Esageriamo? Non so, giudicate voi:


Non solo sostiene a spada tratta argomenti che non condividiamo sul piano strategico (parlo di inceneritori come "soluzione" al problema dei rifiuti, laddove la raccolta differenziata è vista solo come un' "integrazione", un ottimo obiettivo secondario; non quello che dovrebbe essere: parte centrale di una strategia per una gestione circolare delle materie, con l'obiettivo principale di produrre materie prime-seconde portando al minimo la distruzione). Ma sorvoliamo! la cosa che ci colpisce e ci preoccupa è la violenza verbale, l'arroganza senza appello con cui zittisce una oncologa alzando la voce e usando come "argomenti" solo espressioni sarcastiche. Forna? no, sostanza. La sostanza che sostanzia la politica berlusconiana che ci ha afflitto per 20 anni, con i suoi ideologhi e rétori, dai Giuliano Ferrara a tutti i Sallusti. 
Una sostanza che ritroviamo intatta anche in questo secondo video. A parte i temi (di per sè oltremodo preoccupanti) sollevati dal servizio; si veda dal minuto 3,35: come liquida berlusconianamente, e in modo insultante, il giornalista che fa lecite domande:


E che dire poi delle politiche renziane cosiddette "di genere"? insomma: di tutto ciò in cui l'Italia è indietro di 200 anni, e che dovrebbe essere realizzato nell'interesse di tutti, ma si sconta soprattutto sulla pelle delle donne?Il suo tema più rappresentativo: un'ottima legge, per esempio, la 194, che era nata per fare prevenzione e per eliminare il disgustoso mercato degli aborti clandestini; e che in 30 anni ha più che dimezzato gli aborti. Ma comntinuamente attaccata e messa in discussione con argomenti pietistici, attaccando in realtà le donne e i servizi sociali. Bene: come Presidente della Provincia, Renzi (noto per strette relazioni familiari non solo con il PD, ma anche con ambienti come l'Opus Dei) sosteneva il (sedicente) "Movimento per la Vita". Come Sindaco di Firenze ha promosso, e sostiene a spada tratta) la più che discutibile operazione del "cimitero dei feti" - destinata a tirare nuove bordate proprio alla 194 stessa. 

Per concludere: per quanto scrutiamo, ci sembra proprio di vedere una persona autoritaria, dai modi violenti e ispirati alla più trita arroganza maschil/ista; dai temi (veri) di programma tritamente orientati a una visione di mondo che ha già fatto troppi danni; che sventola "donne" come decorazioni pubblicitarie ma poi fa politiche contro le donne.
Insomma: qualcuno ci dica perchè noi donne dovremmo FIDARCI di Matteo Renzi. 
E, se il buon giorno si vede dal mattino... diteci perché dovremmo votare Matteo Renzi. Attendiamo fiduciose.

PS - in postscriptum diciamolo pure, 1. che NON ci è piaciuto, signori maschi, come avete condotto le primarie nei confronti della prima donna in corsa; 2. che avete perso punti tutti; e anche 3. che non saranno amarezze sprecate, ha ragione chi dice che per le donne è stata una grande scuola

martedì 20 novembre 2012

Non esiste un modo elegante di mettere un burka. Crepino i burka e viva Greenpeace.

In vista delle Primarie del centrosinistra (e in attesa che si organizzino le "primarie" del Centrodestra, probabili quanto sarebbe probabile che un'azienda affidi a una consultazione popolare i ruoli del proprio CdA), gli stufi marci della politica e dei suoi metodi cercano spiragli alternativi all'astensionismo, e metodi nuovi per valutare candidati e programmi.
Noi segnaliamo due elementi centrali che sempre più gente ritiene non più negoziabili - devono essere considerati! E sarebbero: 
1. ambiente e sostenibilità;
2. democrazia paritaria e sguardo di genere.
Su primo tema Greenpeace ha promosso la campagna "Io non vi voto", che mette finalmente la politica con le spalle al muro (era ora!): devi rispondere su tutti i punti di una buona politica energetica. E se non rispondi, anche questa è una risposta.
Finora, su entrambi i temi, sembra che i soli a rispondere degnamente siano stati Laura Puppato e Nichi Vendola. Laura però, lo fa diversamente da tutti; e addirittura in forma di replica. Lo fa come qualcosa che è, a priori, nel suo DNA politico: qualcosa di già dimostrato in tutta la storia da amministratrice in cui le decisioni ha dovuto prenderle lei, e l'ha fatto non in "campagna elettorale", ma per convinzione, sotto la pressione di nessuno. Con la stessa spontaneità, fin dai primi di novembre ha sollevato l'idea di dedicare le primarie, e parte dei loro entroiti, ai centri antiviolenza - dato che la consultazione cade nella giornata internazionale per mettere fine alla violenza contro le donne. Con la stessa tranquillità, ha salutato l'iniziativa di Greenpeace non come un "attacco alla politica", ma come un opportuno invito a chiare prese di posizione.
Ma tanto, chi lo sa? ieri sera, speranzose, ci siamo accomodate davanti all' Infedele di Lerner, dove Puppato era finalmente ospite! sperando di vederla parlare (finalmente), del suo programma in una trasmissione di informazione. Dopo ore e ore di noiose chiacchiere aveva potuto dire si e no 3 parole, di straforo; in compenso ha fatto tutto il tempo una gran bella tappezzeria. Lerner, ma tu il burka non avevi detto che volevi "toglierglielo"? o volevi solo infirlaglielo con più stile? Perché su una cosa dobbiamo deludere quelli che sottovalutano: non c'è stile nel burka, mai. 
Abbasso il burka, dunque, e l' "informazione migliore" che abbiamo, che non è all'altezza: al pari di quella peggiore.
Viva Greenpeace, invece, che toglie i panni ai politici, obbligandoli a mostrare verità che dobbiamo conoscere.




domenica 14 ottobre 2012

Primarie con doppio salto mortale. Ma mortale per chi?

Entro il 15 ottobre, secondo le regole dettate dall'assemblea del 6 ottobre, gli aspiranti candidati del PD alle primarie del Centrosinistra avrebbero dovuto consegnare le firme di 95 delegati. Un'impresa titanica. Oppure 17.000 firme di cittadini. La seconda opzione ancora più difficile; praticamente impossibile, in così pochi giorni; specie per chi, come la nostra preziosa Laura Puppato, è sistematicamente ignorata dai media e non ha ancora avuto tempo di farsi conoscere. 
Eppure, parte la maratona, e fra mille difficoltà a quanto pare le firme vengono raccolte. 
Ma improvvisamente.. sabato 13 ottobre, un solo giorno e mezzo prima dello scadere del termine, oplà! con un doppio salto mortale il carico (già da 90! anzi, da 95) viene più che raddoppiato: ce l'hai fatta? Bene! torna al punto di partenza.  
I salti mortali, si sa, sono pericolosi; per definizione, ogni volta qualcuno rischia di morire.
E pare che qualcuno, nel PD, vorrebbe veder morire i candidati "scomodi", cioè quelli che non sono Bersani - ma a loro chiediamo: siete sicuri che a farsi male, alla fine, non sarete voi? 
Perché, Signori del PD, lo sapevate che siete i dipendenti dei vostri elettori? e i vostri DATORI DI LAVORO si stanno seriamente rompendo le scatole. Ci auguriamo che vi rendiate conto in tempo di dover fare un passo indietro e restituire ai candidati del Pd le opportunità stabilite, senza fare trucchi delle 3 tavolette. 
Pronto, pronto.. ci sentite?? No, sordi e ciechi, come un Titanic spensierato andate sereni contro il disastro.

giovedì 27 settembre 2012

Laura Puppato: il Premier che vorremmo

Grazie alla candidatura di Laura Puppato, con le primarie del PD si sta aprendo una sorta di STARGATE che potrebbe catapultarci un altro pianeta. Come tutti i varchi verso altre dimensioni si apre per un istante e non sai mai se beccherai l'istante giusto per entrarci. Ma di certo l'istante giusto per provarci è ADESSO. Ma NON certo con Renzi né con altri maschi. Donne della rete diamoci da fare. 
Il 5 settembre un post apparso sulla pagina fb della rete delle reti diceva: 
"Basta. QUI le candidate non ci sono, ma è anche che le candidate" non basterebbero. Qui ci vuole un cambiamento alla radice, una formazione veramente nuova, per rinnovare in modo radicale il modo stesso di pensare e intendere la politica. Per un VERO CAMBIO DI PARADIGMA. Cosa ne dite? chi si fa avanti? ma soprattutto quali sono secondo voi le vere chiavi di lettura da assumere? e le sfide più importanti da cui partire?" 
Bè, ora la candidata C'E'... anche se sorge da un normale partito. Ma forse anche per questo è ancora più straordinaria, perché stranamente sembra che riesca a nuotare libera, pur stando in un partito, fuori dalle correnti; e risponde praticamente a tutti i pre-requisiti richiesti da tutte noi, le donne impegnate per i diritti delle donne e per una politica nuova.



lunedì 17 settembre 2012

La miseria di un matrimonio pieno di violenza in una poesia per il telefono Rosa


Non m’importa che tu vada a puttane
in fondo chiami puttana anche me
sotto lo stesso tetto ogni giorno
strappandomi di mano le camicie
buttando la mia cena dentro al secchio
cercando un compare in nostro figlio
che ridacchia delle mie cosce gonfie
e del mio culo troppo grosso.
Non m’importa    
sotto lo stesso tetto 
gli inferni s’inabissano
le parole si confondono 
livide rabbiose unte
come le mie mani 
che alla domenica controlli
perché nessuno veda lo sporco 
che mi hai infilato a forza nelle unghie. 
Non mi aspetto nulla
sotto lo stesso tetto 
è tutto lecito e anche logico come
la vergogna 
ospite nella stanza delle scope
non ha altro posto dove andare 
e lo sciacquone copre il suo lamento 
si mischia alle tue urine.
Ed ora stendo le lenzuola a pizzi del mio corredo
e impreco su mia madre e sulle donne e su me stessa
e sui letti su cui dormi veloce con la schiena sudata
lontano da questo tetto in cui hai murato il mio cuore
Questa poesia, sulla miseria di un matrimonio pieno di violenza, è stata offerta dalla poetessa romana Paola Musa al Telefono Rosa. Mercoledì 19 settembre 2012, h. 16, la presentazione, con Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente di Telefono Rosa. “Il fenomeno della violenza sulle donne è sotterraneo e in crescita, e sempre più vittime cercano ascolto, e aiuto. Sono migliaia le richieste di aiuto. Le periferie i contesti più vulnerabili: servono politiche di integrazione e promozione culturale”.
L'evento sarà presso la Sala Peppino Impastato, al Palazzo Valentini, via IV novembre 119 A. Per info: albeggi@libero.it

mercoledì 12 settembre 2012

L'orrore non cura lo stupro: i paladini che NON vogliamo

La storia ha già fatto il giro del mondo: in Messico, il paese diventato famoso per i femminicidi di massa, un ragazzo accusato di stupro è stato sequestrato, evirato e crocifisso a insegne stradali con un biglietto: "così finiscono gli stupratori". Ma non è niente di cui rallegrarsi. Ha tutta l'aria di una schifosa operazione di marketing, messa in opera da una banda di narcotrafficanti che intendono sfruttare l'odio e il senso di rivalsa che miriadi di stupri seminano senza sosta fra la gente, per conquistarsi un consenso popolare con cui rinsaldare il proprio potere nelle guerre fra clan. Seminando un orrore in tutto simile a quello dei femminicidi e degli stupri stessi.
Ma l'orrore non cura l'orrore. Torture e ostentazioni di altra macho-violenza ne sono solo l'altra faccia. Statisticamente, le donne non tendono affatto a essere sanguinarie; e non siamo nemmeno stupide. Certi "vendicatori" ci fanno vomitare. State alla larga sciacalli, non sono questi i paladini che vogliamo.



venerdì 7 settembre 2012

La RAI e il martellamento mediatico su Miss Italia

Domenica 9 settembre, h. 17 a Milano, davanti alla sede della Rai, flashmob di protesta contro la martellante promozione di un'immagine della donna ridotta ad oggetto sessuale. Ci uniamo all'invito di Donne in Quota a respingere questo utilizzo del servizio pubblico:

La Rai dedica ampio spazio all’elezione di Miss
Italia, passerella di adolescenti da soppesare e premiare in funzione di un modello unico di donna: ben 5 appuntamenti su Rai 1, di cui 2 in prima serata il 9 e 10 settembre. Il servizio pubblico televisivo ha il dovere di riservare altrettanta visibilità anche ad altri modelli di donna: quelle che vanno nello spazio, scendono in miniera, siedono in cattedra e nei tribunali, coordinano ricerche, operano negli ospedali, dirigono film e aziende, fanno politica, vanno in ufficio e contemporaneamente si occupano dell’organizzazione e del bilancio familiare.
Per questo chiediamo con forza alla nuova Presidente della Rai Anna Maria Tarantola di applicare immediatamente i 13 nuovi emendamenti sull’immagine della donna contenuti nel Contratto di Servizio Pubblico 2010/2012 sottoscritto in data 6.4.2011 tra la Rai e il Ministero dello Sviluppo Economico. Citiamo in particolare l’art.9/L’offerta televisiva in cui la Rai ha l’obbligo di produrre: “trasmissioni idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale, economica del Paese, nelle istituzioni e nella famiglia”. Per adesioni scrivere a info@donneinquota.org

Vi invitiamo anche a partecipare all'evento su fb che trovate qui, e a diffonderlo.

mercoledì 5 settembre 2012

Oggi su facebook: davvero delirante chiedere alla politica un cambio di paradigma?

Oggi sulla pagina facebook della Rete delle reti è spuntato questo dibattito, che riassumiamo con una schermata. Non risulterà tutto leggibilissimo, facciamo perciò una breve descrizione. La pagina chiede: "Basta. Qui le candidate NON ci sono, ma è anche che le "candidate" non basterebbero. Qui ci vuole un cambiamento alla radice, una formazione veramente nuova, per rinnovare in modo radicale il modo stesso di pensare e di intendere la politica. Per un vero CAMBIO DI PARADIGMA. Cosa ne dite? chi si fa avanti? ma soprattutto: QUALI sono secondo voi le vere chiavi di lettura da assumere? e le sfide più importanti da cui partire?" Riportiamo poi per intero un paio di commenti:
per me al primissimo posto una serie di obiettivi che sono tutti strettissimamente interlacciati fra loro, ognuno è una faccia dell'altro, e solo affrontati tutti in modo collegato possono produrre- appunto - il "cambio di paradigma": 1. lotta alla CORRUZIONE; 2. interventi URGENTISSIMI per correre al riparo del degrado ambientale di cui NON sappiamo abbastanza; 3. ribaltamento dell'economia sul primo obiettivo della sostenibilità 4. partecipazione attiva delle donne almeno al 50%; 5. corretta INFORMAZIONE e corretti strumenti di partecipazione (questa è la parte più difficile ovviamente, ma ognuno di questi obiettivi è condizione stessa di tutte gli altri). Vivo sulla luna?
• che riceve questa risposta: Condivido e sottoscrivo questo manifesto programmatico! Non si può stare a discutere sul fatto che i tempi non sono maturi, di questo passo ci ritroveremo con neanche una parlamentare al governo. I movimenti devono unirsi sulle tematiche comuni, fare "cartello" (uso il termine con accezione positiva) e portare in parlamento rappresentanti degni di questo nome. Un tentativo va fatto, perchè secondo me non possiamo stare più a guardare. Ogni gruppo/movimento/comitato ha alcune tematiche su cui si batte e dovrebbe redigere un proprio manifesto programmatico. Poi in un Forum Nazionale, che potrebbe anche essere organizzato in streaming, con skype eccetera (usando insomma tutti i mezzi che ci consentono di comunicare), i movimenti dovranno incontrarsi e discutere sui punti comuni per redigere un manifesto nazionale dei movimenti. E' l'unico modo per sparigliare le carte della politica e apportare un contributo nuovo e potremmo anche convincere altri candidati (nei partiti tradizionali) a sottoscrivere il nostro manifesto nazionale comune, in modo che si impegnino su alcune tematiche per noi essenziali. Non c'è più tempo da perdere!"
• e quindi: "forse si potrebbe fare un manifesto programmatico che - senza vincolare nessuno a un preciso "partito" o movimento, possa essere sottoscritto, e adottato, per diventare parte integrante dei programmi dei diversi gruppi, liste civiche eccetera che vi si riconoscono. Deliro? mi viene sempre questo dubbio O.O".
Si, com'è che delle semplici cose sensate, e così imprescindibili! ci sembrano così impossibili da rasentare i deliri? Sono elementi così basilari, di un qualunque programma decente, che la prima cosa che vien da dire è che siano banali. Ma allora perché queste questioni nessuno le pone?? perché nessuno le pone al centro del proprio impegno? nessuno! 
Tranne il Movimento 5 Stelle che però non convince tutti, e tantomeno le donne; per ragioni richiamate indirettamente anche da questo post, qui: "Ci serve un nuovo movimento. Nuovo anche rispetto a chi si propone come tale, ma che della politica distruttiva mantiene i toni e una relazione pericolosa con il conflitto come fosse un valore, quando invece è precisamente il costante ricorso al conflitto quel tilt che impegna gli esseri umani a combattersi costantemente, gli uni contro gli altri, come cellule cancerose in un organismo stremato".
Allora, forse dovremmo cominciare a pensare a tutto ciò seriamente. Non eravamo nate, noi, sull'esigenza di un nuovo modo di far politica? e non era esattamente su questo, che tanta parte del movimento delle donne si era risvegliato e rimesso in gioco? Pensiamolo davvero, questo MANIFESTO PROGRAMMATICO sui cui punti invitare i partiti a esprimersi. Anzi, sui quali ESIGERE RISPOSTE, forti e chiare.


venerdì 31 agosto 2012

Non dimentichiamoci delle Pussy Riot: è una battaglia appena cominciata

2 anni di lavori forzati: sentenza da delitto penale per un reato di opinione, o al massimo da multa per disturbo della quiete pubblica. Lucide analisi delle 3 ragazze al processo: Masha, Katja, Nadia
Totalmente ignorate dal tribunale, la cui sentenza dimostra definitivamente che la Russia non è una democrazia.
La Chiesa ortodossa sana si incazza
Le Femen dimostrano solidarietà con gesti clamorosi, ma non apprezzati dalle stesse Pussy Riot
Due ragazze della band non arrestate fuggono all'estero. La rete propone eventi di sensibilizzazione a sostegno delle ragazze condannate, del movimento delle Pussy Riot e per la libertà di stampa in Russia. 
L'associazione Annaviva, nata in memoria di Anna Politkovskaja, si attiva con diverse iniziative e diventa referente per le battaglie di cui sopra. Resta attiva una petizione di Amnesty per il ritiro della sentenza. 
Uomini dal concetto piuttosto ottuso di cosa sia "rivoluzionario" e cosa no non trovano di meglio che denunciare "complotti imperialisti" ma in queste tipo di trappole le donne non cascano più.

venerdì 22 giugno 2012

Mille fiocchi rosa! La rete delle reti femminili finalmente on line

Ieri, 21 giugno, proprio nel solstizio d'estate, come aveva promesso lo staff che ci lavora ha messo on line il portale della rete delle reti. E come promesso ci sono molte funzioni interattive, anche se alcune sono solo impostate e promettono di essere operative da settembre. Molto vasto il panorama della "mappatura dei siti dell'attivismo femminile", e bella l'opportunità, per tutt*, di loggarsi e inserire nuovi siti, oppure di rivendicare una scheda-sito già pubblicata, per potervi accedere e modificarla come si preferisce. Bella!! la sezione libri, che si suddivide in una parte di bibliografia e una di schede-libro con copertina e descrizione dei contenuti. Belli anche i video, che raccontando varie fasi del lavoro svolto rendono più reali le figure delle donne che stanno collaborando.. e, soprattutto, bellissima l'idea della "conferenza-stampa teatrale" che, attraverso una serie di performance, racconta i progetti reali che si sono concretizzati intorno alla rete in questi pochi mesi: da quello di toponomastica femminile a quello della lettera ai partiti, al progetto concreto di un'azione di difesa dalle mutilazioni genitali delle bambine del Burkina Faso tramite la costituzione di un gruppo di lavoro triennale, con ambulatorio, nella regione di Boussuma. Il tutto corredato da una mostra d'arte sull'Eterno femminile, a cui hanno partecipato ben 38 artiste donne. BE'.. WE CAN DO IT!  a quanto pare..
Niente male, ci sembra, per un lavoro durato meno di 6 mesi!

giovedì 17 maggio 2012

Le donne di Hollande


Tra le promesse elettorali di Hollande: un governo 50 e 50.
Ed ecco la lista completa dei nomi del nuovo governo:
Ministro degli Esteri: Laurent Fabius
Educazione: Vincent Peillon
Giustizia: Christine Taubira
Economia, Finanze e Commercio estero: Pierre Moscovici
Affari sociali e Sanità: Marisol Touraine
Eguaglianza dei territori: Cecile Duflot
Interni: Manuel Valls
Difesa: Jean-Yves Le Drian
Ecologia ed energia: Nicole Bricq
Cultura e comunicazione: Aurelie Fillippetti
Agricoltura e agroalimentare: Stephane Le Foll
Università e Ricerca: Genevieve Fioraso
Rilancio produttivo: Arnaud Montebourg
Lavoro: Michel Sapin
Riforma dello Stato e Funzione pubblica: Marilyse Lebranchu
Oltremare: Victorin Lurel
Diritti delle donne e portavoce governo: Najat Vallaud Belkacem
Ministro delegato alle Politiche urbane: Francois Lamy
Bilancio: Jerome Cahuzac
Sport e giovani: Valerie Fourneyron
Guadiasigilli: Delphine Batho
Riuscita scolastica: Georges Pau-Langevin
Rapporti con il parlamento: Alain Vidalies
Affari europei: Bernard Cazeneuve
Anziani: Bernard Delaunay
Economia sociale: Benoit Hamon
Famiglia: Dominique Bertinotti.
Disabili: Marie-Arlette Carlotti
Sviluppo: Pascal Canfin
Francesi all’estero: Yamina Benguigui
Trasporti ed economia marittima: Frederic Cuviller
Pmi e innovazione: Fleur Pellerin
Artigianato, Commercio e Turismo: Sylvia Pinel
Veterani: Kader Arif.
Si direbbe che la promessa sia stata rispettata: metà sono donne. Peccato che solo uno fra i  Ministeri centrali (quello della Giustizia), vada a una donna; per il resto, tutti i Ministeri di vero rilievo sono saldamente in mano ai maschi. Alle donne, come al solito, le “cose da donne”; pari opportunità, disabili, turismo, ecologia, sport e giovani ecc.. e altre cose amene, alcune delle quali peraltro cruciali – ma ritenute, dalla politica stantia, del tutto secondarie e accessorie.
Ma almeno una cosa soddisfa tutti: il taglio del 30 % degli stipendi dei ministri.

lunedì 14 maggio 2012

Chi è "contro" l'aborto difenda la 194

Secondo tutti i criteri in uso, 30 anni di applicazione di una legge, e l’analisi dei suoi risultati, equivale a un esperimento scientifico. O no? E se questo è vero, è scientificamente dimostrato da che parte dovrebbero stare coloro che dicono di essere CONTRO l’aborto: e dovrebbero stare in difesa di una legge che l’ha combattuto e ridotto sensibilmente e che, per farlo, ha dovuto, in primis, stroncare la lucrosa mafia nutrita dall’indotto degli aborti clandestini.
A chi non c’era, ricordiamo che fino al 1978, essendo vietata l’interruzione volontaria di gravidanza, le donne che intendevano abortire abortivano lo stesso. Punto e basta. Qual era la differenza? Chi aveva il denaro lo faceva al sicuro, ancorché clandestinamente; chi non lo aveva moriva sotto ai ferri da calza. C’era poi una categoria di persone che veniva dissuasa dal divieto legale, e teneva il bambino anche se non lo aveva scelto: questa categoria minore è stata sostituita da quelle che anche oggi decidono di tenerlo, ma, proprio grazie alla legge, ricevono più supporto di prima. C’è poi l’immane numero di aborti che vengono evitati grazie al lavoro di prevenzione messo in atto dalla legge stessa.
E tutto questo è dimostrato dal fatto che dall’introduzione della legge il ricorso all’aborto è drasticamente diminuito: dai 213.000 del 1980 ai 120.000 di oggi (dei quali 80.000 donne italiane). I figli indesiderati sono meno; le morti per aborti clandestini (che prima del 1978 erano numerose!) si sono azzerate.
E allora di cosa stiamo parlando?
Molto potrebbe ancora migliorare se si investisse seriamente sui consultori ma questi, invece, si vedono sempre più tagliare i fondi, dagli stessi che dicono di "difendere la vita".
E allora, smettiamola di prenderci in giro! che un vero “movimento per la vita” inizi a combattere sul fronte della prevenzione e della civiltà, e non degli slogan irresponsabili. Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni... lo sapevate? se lo ricordino i crociati che confondono l’ “inciviltà dell’aborto” con la civiltà di una legge da difendere.

lunedì 30 aprile 2012

E invece si chiama proprio FEMMINICIDIO

Scrive oggi un'autorevole opinionista del Corriere: "ma non chiamateli più femminicidi". E dimostra così (purtroppo), di non essersi mai occupata di questo argomento. Ci abbiamo messo tanto, signora Fedrigotti, a conquistarci questo termine e - finalmente! il riconoscimento del suo esclusivo significato. Che si teorizzi, addirittura, che utilizzarlo al posto di "omicidio" potrebbe fare apparire questi delitti "meno gravi" delle "normali" uccisioni richiede un chiarimento: si chiamano FEMMINICIDI. Sono le uccisioni di donne in quanto tali e in quanto tali considerate da alcuni proprietà personale. "Le parole contano, ed è pericoloso usarle con leggerezza perché possono modificare la percezione", scrive nel suoi trafiletto la signora Bossi Fedrigotti; e ha ragione. Proprio perché le parole sono importanti, non toccate la parola FEMMINICIDIO.

domenica 29 aprile 2012

Violenza sulle donne: ecco i complici

Scrive Luisa Betti sul Manifesto che i primi complici del femminicidio sono l'inerzia e la mancanza di volontà politica delle Istituzioni italiane; insieme a messaggi mediatici superficiali, misogini e irresponsabili. Ha ragione su tutto e aggiungiamo: le "istituzioni" le fa la politica, e la politica di questo paese è marcia. Il partito di maggioranza che per 17 anni ha "guidato" l'Italia verso il burrone, nel 2010 ha avuto il coraggio di togliere i fondi perfino al telefono contro la tratta delle schiave! e i partiti di "opposizione"? zero. Ma vediamo nel concreto alcune cifre (anche grazie all'articolo della Betti) sulla situazione italiana:
Educazione sessuale e relazionale nelle scuole: ZERO.
Osservatorio nazionale sulla violenza di genere: ZERO.
Ministro per le Pari Opportunità: ZERO (incarico accorpato a quello del Ministro del Lavoro).
Erogazione ad oggi dei 18 milioni di euro destinati per il 2011 ai centri antiviolenza: quasi ZERO.
Firma della "Convenzione europea di prevenzione e lotta alla violenza contro le donne" del 2011: ZERO. 
Posti letto nei centri antiviolenza previsti dal Piano europeo: 5.700. 
Reali in Italia: 500.
Scrive Luisa Betti: se una donna che subisce violenza viene accolta in un centro difficilmente rischia la vita. E ha ragione: ma, anche se i pochi dati che abbiamo sono terrificanti, i centri non ci sono.
Invece ci sono campagne sempre più aggressive perché i pochi centri che esistono vengano CHIUSI. 
E perché? perché covi gestiti dalle "nazifemministe", dove si fabbricano "false accuse", contro innocenti uomini accusati ingiustamente di violenze e pedofilia dalle solite donne carogna, solo per "misandria".
Non ci credete? Leggete QUA.
Firmiamole tutti le petizioni! e per fortuna che qualcuno cha ha voce per farlo si decide a lanciarle. Ma poi cerchiamo anche di andare a fondo dei problemi. Senza dimenticare che anche bulimia e anoressia sono risultati di una pressione sulle donne perpetrata da una violenza mediatica che le inchioda a modelli inarrivabili e non dà alcun nutrimento a un immaginario sano e potente.
E anche bulimia/anoressia sono una peste sociale totalmente ignorata dalla politica e dalle istituzioni.


venerdì 20 aprile 2012

lunedì 16 aprile 2012

Politica: sostantivo femminile

Un'intera giornata di discussione, alla partecipatissima assemblea nazionale di "Se non ora quando" di Milano, in cui comitati e donne provenienti da tutta Italia hanno messo sul piatto 2 condizioni non negoziabili, riguardo alla concezione delle liste elettorali e del modo di far politica in genereNello specifico, riguardo alle candidature:
1. parità di genere, 
2. trasparenza sui curricula e criteri basati sull'onestà e sul merito.

domenica 1 aprile 2012

Chi ha paura delle giornaliste non segretarie?

“Nel pieno del dibattito della libertà di informazione, alcune giornaliste milanesi lanciano un appello alle concittadine. Intitolato "Le donne della realtà", l'appello si rivolge a quelle che si dedicano al lavoro e alla famiglia, che contribuiscono allo sviluppo scientifico, sociale e morale del Paese, e che sono scomparse dai media: perché i riflettori sono accesi su modelli femminili distorti. Escort, veline, donne di carta che paiono avere un solo obiettivo: visibilità e carriera, soldi e favori elargiti da uomini potenti e danarosi. Le promotrici invitano al dibattito di lunedì 5 ottobre al Circolo della stampa: Lo scopo è quello di dare voce all'indignazione femminile di fronte al dilagare di un'informazione insensibile ai problemi della vita reale, a vantaggio di analisi che rendono sempre più virtuale il contatto tra media e Paese reale". Era il 9 ottobre 2009, e questa notizia usciva su “Unione femminile”. Da allora Paola Ciccioli, non solo nella sua professione, ma anche tramite il suo blog “Donne della realtà”, ha mantenuto il suo impegno attivamente critico per un’informazione non distorta e non sessista.
Pochi giorni fa, il 23 marzo, ha ricevuto una lettera di licenziamento e a quanto pare le ragioni risiedono in un comportamento critico verso la gestione editoriale di Giorgio Mulé, il Direttore della sua testata: Panorama. 
Al Direttore chiediamo: ma la signora Ciccioli era assunta come giornalista, o come assistente, o segretaria?
Perché se alle giornaliste è tolto il diritto di essere critiche, come possiamo definirle giornaliste anziché “segretarie”?
Aspettiamo ora le decisioni della Magistratura. 


domenica 18 marzo 2012

Un messaggio internazionale

Questo messaggio comparso l'8 marzo 2012, è già disponibile in 9 lingue (comprese il russo, l'arabo, il farsi e il cinese), e ne promette ancora molte altre.. nemmeno i siti del Vaticano esibiscono una tale quantità di bandierine. Sta lì, nell'immenso oceano del web, come il più classico dei "message in a bottle". E sostiene una tesi precisa: l'antagonismo fra i sessi ha una precisa funzione sociale; per questo dilania tutte le società da millenni, attentamente alimentata dalla cultura dominante. 
Un invito a una riflessione sul rapporto fra i sessi per un vero rinnovamento, nell'interesse di tutti.


mercoledì 29 febbraio 2012

29 febbraio #freerossellaurru day: come stare vicino a Rossella?

Quello che è più giusto fare non lo sappiamo; ma di certo bisogna stringersi alla sua famiglia. Diffondiamo il sito aperto per lei, e l'invito a mandare contributi.


In molti abbiamo vacillato di impotenza. Ci siamo sentiti infinitamente soli di fronte a tanto assurdo, svuotati da tanta assenza improvvisa. Così ci siamo chiusi in un lungo silenzio. Ma quello che noi credevamo un silenzio si è rivelato essere in realtà un coro di voci giunte da ogni dove. Un coro di solidarietà e di affetto che, dalla notte tra il 22 e il 23 ottobre, diventa sempre più accorato, sempre più grande e sincero. Senza addentrarsi in considerazioni ed analisi di ordine politico o religioso, lasciando quindi che siano gli esperti ad occuparsene in altre sedi più appropriate, questo blog vorrebbe solamente essere il punto di incontro fra tutte queste voci. Raccogliendo e condividendo in un unico spazio libero e aperto a tutti le numerose testimonianze per l’immediata liberazione di Rossella Urru.
Fausto, Mauro, Graziano e Marisa

martedì 21 febbraio 2012

A Karachi il grande evento storico di un imponente raduno femminile

Anche il Pakistan in questi giorni ha visto un suo sorprendente "se non ora quando". Domenica 19 febbraio 2012 una fiumana di 100.000 donne ha manifestato a Karachi per i diritti femminili e la parità di genere, e contro la violenza domestica, con la parola d’ordine ‘Empower women, strong Pakistan’. L'evento è stato definito dalla BBC e dal Tribune Express "il più grande raduno di donne mai organizzato al mondo". E anche se effettivamente quello verificatosi un anno prima in Italia è stato numericamente molto superiore, c’è da dire che una manifestazione di questo genere, e con questa partecipazione, in un paese come il Pakistan è veramente sorprendente, un grande evento storico.
La manifestazione è stata organizzata dal partito Muttahida Qaumi Movement (MQM),  il cui leader, Altaf Hussain, da Londra ha dichiarato: "in molte parti del mondo, le donne sono considerate alla pari da tutti i punti di vista. Ma purtroppo in Pakistan continuano a essere trattate come cittadini di seconda o terza classe. Crimini come l'omicidio d'onore e il Vani (matrimonio con bambine) si diffondono sempre più, sotto il velo della tradizione", e ha aggiunto che i partiti politici e religiosi dovrebbero appoggiare l'emancipazione delle donne per un Pakistan migliore.
Il quotidiano pachistano Dwan ha scritto: "Alcuni grandi eventi politici sono stati organizzati di recente nel Bagh-i-Quaid a Karachi, ma il raduno organizzato dal partito MQM è particolarmente degno di nota per il fatto che le decine di migliaia di persone presenti erano praticamente solo donne". E in effetti c’è un’enorme differenza fra questa e altre recenti manifestazione nel paese, decisamente a predominanza maschile e di taglio misogino e aggressivo, come il raduno religioso di protesta contro San Valentino o il minaccioso assedio a una libreria a Islamabad. Per non parlare del grottesco appello lanciato di recente dal presidente del partito islamista Jamaat-e-Islami "agli uomini barbuti e alle donne con il burqa che cambieranno il destino del Paese". Un destino che sotto questa luce fa rabbrividire.
Il MQM invece, il partito che ha promosso il raduno femminile, tenta da tempo di rendere le donne parte attiva della politica, a partire dalle enunciazioni del suo manifesto, dall'incoraggiare l'istruzione femminile, e da slogan come "più potere alla donne per un Pakistan più forte". La repressione di queste spinte sarà durissima, c’è da giurarlo. Ma vederle premere per emergere è bellissimo, addirittura commovente.