martedì 22 novembre 2011

E se ti diranno "Stai zitta cretina".. tu rispondi: un corno. Siamo Pari! La parola alle donne.

Eventi, dibattiti, incontri in tutta Italia e nel mondo per la ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
A Milano, nell'ambito della rassegna cinematografica "Siamo pari, la parola alle donne", interamente dedicata al tema della violenza contro le donne, un nutrito programma di proiezioni e dibattiti: al Teatro Litta, dal 24 al 26 novembre 2011.

venerdì 18 novembre 2011

Assemblea aperta, a Milano, di "Se non ora quando"

In vista della mobilitazione indetta per l'11-12-2011, e per presentarsi alle donne di Milano, il comitato milanese di "Se non ora quando" ha indetto un'assemblea cittadina, aperta a tutti: appuntamento il 26 novembre, h. 14, al Teatro Elfo Puccini.
Apprezziamo, anzi speriamo che altre assemblee avranno luogo in altre città: da troppo tempo le donne che sostengono il movimento possono esprimere le loro idee solo sui gruppi su fb, in molte sentivamo fortemente la necessità di incontrarsi anche fisicamente.
Il comunicato stampa dice che "sarà l'occasione, per tutte le donne e per i comitati SNOQ territoriali, di incontrarsi per scambiare esperienze, coordinare idee e iniziative e definire i contenuti dell’agenda delle donne di Milano e della Lombardia".
E anche per esprimere perplessità, se ci sono, e proporre idee, speriamo.


giovedì 17 novembre 2011

Mentre "Se non ora quando" chiama a mobilitarsi l'11-12-2011, una riflessione generale sul movimento delle donne

Il comitato nazionale "Se non ora quando" invita a una nuova grande mobilitazione per l'11 dicembre. Molto bene che le donne tornino ad esprimersi! Ma più in generale in molte stanno anche facendo una riflessione. Fra le domande che ci si pone ci sono anche queste:
• cos'è il Movimento delle donne (e degli uomini che lo sostengono) e come lo vorremmo?
• il movimento "Se non ora, quando?" ha mosso una straordinaria mobilitazione a partire da un valore da cui discendono modalità politiche nuove: dignità per le donne, dignità per il Paese, dignità per tutti i cittadini.
• la potente mobilitazione politica del 13 febbraio, capace di scatenare una grande riflessione su temi trascurati, nasce dunque da un movimento all'origine non strettamente politico, ma di opinione.
• certo sono necessarie le strutture deputate a organizzare, ma prima ancora è importante tenere vivo il movimento degli ideali, di quella partecipazione spontanea che, in un certo senso, nasce dal cuore e porta tutti ad esprimersi e ad agire anche sul piano individuale.
• per questo si sente anche il bisogno di ripartire proprio da enunciazioni di principio: come "cambiare se stessi per cambiare il mondo": di unirsi, esplicitamente, sotto la parola d'ordine della coesione per la dignità e l'etica.
Si tratta di valori che non ci si deve limitare ad esigere. Vanno in primo luogo espressi attivamente, posti a base di un fare eticamente trasversale in quanto ispirato a un vero rinnovamento, anche, della mentalità individuale.
Qualcosa capace di andare davvero OLTRE alla vecchia concezione di partiti, e sindacati (strutture che pure servono): su questi valori si sta aggregando anche un gruppo su fb, molto attivo politicamente nel difficile terreno della città di Napoli. E insomma: crediamo davvero possibile un rinnovamento della politica? e se si, su quali principi? come immaginiamo il contributo a un reale rinnovamento della politica da parte del movimento delle donne?
Lo spunto nasce da questa nota delle Donne ultraviolette.

mercoledì 16 novembre 2011

Care donne vi scrivo: una lettera alle donne dal Comitato Nazionale "Se non ora quando"

Care donne vi scrivo: il Comitato Nazionale "Se non ora quando" scrive una lettera alle donne invitando a una grande mobilitazione per l'11 dicembre 2011. 
Anzi l'invito ce lo canta anche. Qui la lettera:
"Care donne che eravate in piazza con noi il 13 febbraio, a rivendicare dignità e rispetto, care tutte le altre, italiane per nascita o per scelta. Care donne che non hanno perso il coraggio, la voglia di esserci, il progetto di contare, la speranza di uscire da questi anni di fango.
Care donne singolari e plurali, diverse l’una dall’altra, sorelle compagne amiche, figlie e madri, siamo di nuovo qui, tutte unite, perché tutte unite siamo una forza e con “una forza” è ora che facciano i conti. Tutti.
Siamo una forza, per quante siamo e per come siamo. Siamo quelle che tengono insieme affetti e lavoro, cura e responsabilità, libertà e senso del dovere. Siamo quelle che il diritto di essere cittadine se lo guadagnano giorno per giorno sulle barricate della vita quotidiana.
Non c’è da uscire solo da una crisi economica, ma da una crisi politica, una crisi istituzionale, una crisi morale, da una logica, un immaginario, un ordine. In questo passaggio difficile non possiamo tirarci indietro, perché non può tirarsi indietro chi regge questo paese sulle proprie spalle. Le donne non possono mancare per ridare all’Italia la dignità che ha perso, per ridarle credibilità, nel mondo, in Europa. Perché vogliamo restare in Europa e lavorare per un suo reale governo politico. Ma soprattutto non possono mancare per una politica che sia radicata alle necessità vere di donne e uomini. Democrazia vuol dire donne e uomini insieme al governo, capaci di far parlare le loro vite diverse.
E anche così dovranno essere democratiche le aziende, le banche, le istituzioni, le fondazioni, le università. Tutto. E che nessuno ci venga a dire che questo non è il momento.
Per anni abbiamo votato una rappresentanza irregolare, composta da una maggioranza schiacciante di uomini. Abbiamo votato in cambio di niente, infatti questo paese non ci somiglia, non ci racconta. Ma adesso basta. Adesso, attenti: una donna un voto. Quando chiederanno il nostro voto non lo daremo più né per simpatia, né per ideologia, ma solo su programmi concreti e sulla certezza dell’impegno di 50% di donne al Governo. Il 50% non è quota rosa, non serve a tutelare le donne, serve a contenere la presenza degli uomini, non è un fine, ma solo un mezzo per rendere il paese più vivibile ed equilibrato, più onesto, più vero. I partiti indifferenti perderanno il nostro voto. E voi uomini, che ci siete stati amici, che ci avete seguiti nelle piazze del 13 Febbraio, credetelo: la nostra forza è anche la vostra. E’ per un bene comune che stiamo lottando. Un Paese senza la voce delle donne è un paese che va a finir male, verso una società triste e lenta, ingiusta, immobile, volgare e bugiarda. Bisogni e desideri delle donne possono già essere un buon programma di governo. Sappiamo più degli uomini quanto oggi sia difficile vivere, difficile lavorare, mettere al mondo figli, educare, difficile essere giovani, difficile essere vecchi. Le nostre competenze non le abbiamo guadagnate solo sui libri, ma anche dalla faticosa e spesso terribile bellezza della vita delle donne. La nostra storia ci insegna che non serve lamentarsi. Non ci basta più quella specie di società equilibrista e funambola che abbiamo inventato, in completa assenza dello Stato, per poter vivere decentemente e far vivere decentemente. La società civile è più donne che uomini.
E’ ora di cambiare, cittadine". 
Firmato: Comitato promotore nazionale SNOQ

Governo Monti: meglio 3 donne in ruoli chiave, che 6 senza portafoglio

sabato 12 novembre 2011

Governo Monti: TUTTI uomini? Caro Presidente, ti scrivo: senonoraquando?

Surreale gender politics all'italiana, come sempre, nel profilarsi del nuovo Governo di Mario Monti: già gira voce che saranno solo maschi. No, dai, non è possibile; ma meglio mettere le mani un po' avanti.
Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Le donne, protagoniste di un grande moto di risveglio civile e morale della società italiana, si rivolgono a Lei signor Presidente, impegnato come non mai nella difficile opera di salvaguardia della coesione e delle speranze del popolo italiano – perché si faccia interprete della urgente necessità di dare pieno valore alle grandi energie e competenze femminili nella nuova stagione politica che si apre.
Fiduciose della Sua attenzione Le porgiamo i nostri grati saluti
Comitato Promotore Se Non Ora Quando
Roma 12 novembre 2011