E' dunque nell'interesse di tutti sforzarsi di portare contributi di pace.
Il problema di un contributo femminile alla questione è sollevato da QUESTO POST, a cui vi rimandiamo.
Infatti il post (che si rivolge anche ai giovani e a tutti quelli che stanno sperimentando la partecipazione diretta alla vita politica tramite la rete), chiede, più o meno: COSA ABBIAMO DA DIRE NOI DONNE?
Sull'argomento vi segnaliamo che recentemente la proposta di Obama, di tornare consensualmente ai confini del 1967, dopo essere stata gelata da Netanyahu, è stata raccolta e rilanciata da quella che, anche in Isarele, si chiama la "cittadinanza attiva": cittadini impegnati per il progresso sociale e politico del loro Paese. Questo il loro comunicato:
Appello a riconoscere uno Stato Palestinese sulla base dei confini del 1967
Noi, cittadini di Israele, invitiamo l'opinione pubblica a sostenere il riconoscimento di uno Stato democratico Palestinese come condizione indispensabile per giungere alla fine del conflitto e ottenere confini concordati sulla base della situazione del 1967.
Il riconoscimento di tale Stato Palestinese è vitale per l'esistenza stessa di Israele. E' l'unico modo per garantire la risoluzione del conflitto attraverso negoziati, per prevenire lo scoppio di una altra fase massiccia di violenze e il rischio di un isolamento di Israele nel mondo. Una riuscita applicazione degli accordi richiede due leadership, quella israeliana e quella palestinese, 2 soggetti che si riconoscano a vicenda, scelgano la pace e ad essa si considerino vincolati.
Questa è l'unica politica che lascia il destino di Israele e la sua sicurezza nelle sue proprie mani. Qualsiasi altra politica è in contraddizione con le promesse stesse del sionismo e con il bene del popolo ebraico.
Noi sottoscritti invitiamo quindi qualsiasi persona, che aspira alla pace e alla libertà per tutte le Nazioni ad unirsi a noi nel dare il benvenuto alla Dichiarazione di Indipendenza Palestinese e nel sostenere gli sforzi dei cittadini dei due Stati per mantenere relazioni pacifiche sulla base di confini sicuri e di buon vicinato. La fine dell'occupazione è condizione fondamentale per la liberazione dei due popoli, l'applicazione della Dichiarazione di Indipendenza di Israele e un futuro di pacifica coesistenza. (Fonte: la verità vi prego sull'amore, ripreso da Haaretz.com)
Tra i numerosi firmatari dell’appello ci sono personalità israeliane di grande rilievo che provengono non solo dagli intellettuali, ma anche dai ranghi dell'esercito, della politica e dell'imprenditoria.
Noi troviamo giusto e necessario sostenere la richiesta di aderire.
Pensiamo vitale, da un lato, che queste forze alimentino una trasformazione profonda della politica di Israele a partire dall'interno, e che allo stesso modo la società civile palestinese porti il suo contributo di rinnovamento e di pace al Governo della Palestina.
Nella foto due famose amiche: Samar Sahar (palestinese, direttrice di orfanotrofio) e Angelica Edna Calò Livnè (educatrice e giornalista israeliana). Sotto: un video della campagna di "Coalition of women for peace".
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