mercoledì 27 luglio 2011

Uno dopo l’altro i centri antiviolenza chiudono nell’indifferenza di istituzioni e media

Ministra Mara Carfagna, risponda
che fine hanno fatto il Piano Nazionale contro la violenza di genere e soprattutto i 18 milioni di euro di stanziamento che il Ministero delle Pari Opportunità doveva redistribuire sul territorio nazionale?
Come ampiamente previsto lo scorso novembre dall’Associazione D.i.re (Donne in rete contro la violenza), uno dopo l’altro i centri antiviolenza italiani chiudono i battenti, soffocati dai debiti non solo per i tagli scellerati, ma anche per il mancato conferimento di finanziamenti già stanziati.
Violenza domestica, stupri e altri delitti di genere sono in continuo aumento in tutta Europa, tanto che il Parlamento Europeo ha dato chiare direttive agli Stati Membri di sostenere le Ong antiviolenza attive sul territorio.
Lungi dal potenziare alcunché, il Governo e gli Enti locali italiani rispondono con il sistematico smantellamento del sistema già insufficiente dei servizi sociali.
Tra non molto le donne che subiscono violenza, e quelle che per anni hanno subito maltrattamenti, violenze psicologiche, economiche e vessazioni, non avranno nessun sostegno, né psicologico né legale, nessuna possibilità di recupero in un Paese che non ritiene necessaria l’esistenza dei centri antiviolenza. Un Paese in cui, con cadenza cronometrica, la violenza di genere causa l’assassinio di almeno una donna ogni 3 giorni.


lunedì 18 luglio 2011

Italia: il paese delle Giunte SENZA donne

Come noto, 2 giorni fa la Giunta di Alemanno è stata AZZERATA da una sentenza del Tar del Lazio per mancato rispetto della rappresentanza femminile: la Giunta infatti comprendeva una sola componente donna sul totale di 11 assessori. Grande risultato e battaglia di civilità giustamente combattuta. 
Ma quello che dispiace è che si continui a fare confusione parlando a sproposito di "quote rosa": che non abbiamo mai avuto e che nemmeno in questo caso erano previste.
La sentenza del TAR era semplicemente dovuta, o come minimo ineccepibile, per altre ragioni: infatti l’art. 5 dello Statuto comunale della città di Roma prescrive quanto segue:
"nel nominare i componenti della Giunta Comunale, i responsabili degli uffici e dei servizi nonché nell’attribuire e definire gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna, il Sindaco assicura una presenza equilibrata di uomini e di donne, motivando le scelte operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità".
Già quella frasetta (motivando..) è OFFENSIVA, perché allude che si debba giustificare la presenza di donne. Infatti se la Giunta è tutta maschile nessuno si sente in dovere di motivare niente.
E invece noi diciamo: se vogliono fare Giunte di soli uomini, o con presenza femminile così ridicola, ci MOTIVINO le scelte e ci dimostrino che NON esistono in città donne all'altezza, per competenza e curriculum, per i ruoli da cui sono escluse.
Non c'è altro da dire.
Ah si: tranne che, se i ricorsi attualmente avanzati al Tar per ASSENZA totale di donne dalle Giunte sono una ventina, le giunte in Italia che NON comprendono donne sono molte, molte di più. Lo sapevate?

giovedì 14 luglio 2011

La lettera delle giornaliste Rai a Lorenza Lei, con postilla di tutte noi

Il 13 luglio 2011, 13 fra le più note giornaliste del TG1 hanno rivolto una lettera aperta al direttore generale della Rai, signora Lorenza Lei, per protestare contro l'inverosimile scelta "informativa" fatta dal TG1 nei giorni del raduno nazionale delle donne italiane a Siena: non solo la notizia NON è stata data, ma al suo posto (con sottile beffa) è stato dato un servizio avvilente sulle "sfide" delle donne fatte di pura idiozia e secondo i più stretti canoni del maschilismo che vuole la donna idiota.
E protestiamo in tante altre: perché l'informazione, a maggior ragione per la testata principale del servizio pubblico, è un DOVERE, non un arbitrio legato ai vassallaggi politici.
E perché condire la mancata informazione con servizi insultanti è (se possibile) di gravità ancora più inaudita. E infine dicendo chiaro che NON è la corsa sui tacchi in sè, che non ci va bene.
Se le cose si fanno per gioco, davvero, ci vanno bene tutte - anzi.. riguardo alle "corse sui tacchi" in particolare, ce ne sono alcune di cui siamo addirittura riconoscenti: quelle organizzate da uomini che fanno l'esplicita scelta di mettersi "nei panni delle donne", per schierarsi al nostro fianco contro lo stupro e la violenza. Ma di quelle non ci risulta che il TG1 abbia mai parlato.
Diverso se "certe cose" sono ideate (o presentate) per essere operazioni sottoculturali vistosamente volte a inchiodare le donne al ruolo di eterne stupide che, addirittura per "libera scelta", scelgono per se stesse i peggiori disvalori del maschilismo. Gli stessi che portano delle poveracce a fare la lotta nel fango che tanto piace solo a certi uomini.
Nell descrizione sotto a questo video trovate anche il testo completo della lettera, con i nomi delle firmatarie.