mercoledì 12 settembre 2012

L'orrore non cura lo stupro: i paladini che NON vogliamo

La storia ha già fatto il giro del mondo: in Messico, il paese diventato famoso per i femminicidi di massa, un ragazzo accusato di stupro è stato sequestrato, evirato e crocifisso a insegne stradali con un biglietto: "così finiscono gli stupratori". Ma non è niente di cui rallegrarsi. Ha tutta l'aria di una schifosa operazione di marketing, messa in opera da una banda di narcotrafficanti che intendono sfruttare l'odio e il senso di rivalsa che miriadi di stupri seminano senza sosta fra la gente, per conquistarsi un consenso popolare con cui rinsaldare il proprio potere nelle guerre fra clan. Seminando un orrore in tutto simile a quello dei femminicidi e degli stupri stessi.
Ma l'orrore non cura l'orrore. Torture e ostentazioni di altra macho-violenza ne sono solo l'altra faccia. Statisticamente, le donne non tendono affatto a essere sanguinarie; e non siamo nemmeno stupide. Certi "vendicatori" ci fanno vomitare. State alla larga sciacalli, non sono questi i paladini che vogliamo.



1 commento:

  1. che orrore. E sarebbero queste le soluzioni? la prima cosa che mi viene in mente è che quel poveraccio abbia fatto uno sgarro a qualcuno, o se ha stuprato davvero, che abbia semplicemente scelto male la donna da stuprare: magari pescandola incautamente fra le "proprietà" di qualche altro magnaccia

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