mercoledì 28 settembre 2011

Saudi women revolution: una camminata a piedi nel deserto

Re Abdullah ha "concesso" (e già qui sale un moto di rivolta interiore) alle donne saudite il diritto di votare e perfino di presentarsi in Parlamento
Ma attenzione! l'incredibile concessione per ora non è che una promessa, e comunque rimandata al 2015.
Nel frattempo (insieme a un altro incredibile insieme di divieti) resta un tabù il permesso di compiere una banale azione quotidiana, che è diventata imprescindibile all'autonomia di chiunque nelle città, è cioè di poter mettersi alla guida di un'automobile: resta inteso che le future parlamentari andranno in Parlamento solo con il permesso del marito e solo se lui acconsentirà ad accompagnarle. Le donne che osano reclamare il diritto alla patente subiscono repressioni feroci e vengono condannate alla frusta.
Il terrore delle donne porta questi legislatori a esercitare il solo rimedio che conoscono, cioè il loro terrorismo, in assoluto spregio del ridicolo.
Perché quando si è nel panico non si ragiona. E appunto.. l'emancipazione femminile viene vista nei paesi più autoritari come il più terrificante spauracchio, e a sua volta è agitata come spauracchio contro le masse di popolazioni vessate e accecate dai pregiudizi, che vengono tenute a bada con un uso medioevale della religione.
Da quest'anno le donne saudite sono uscite allo scoperto, con diversi blog e in particolare la pagina fb Saudi Women Revolution. La loro battaglia ci appare come un'estenuante marcia in condizioni al limite della sopravvivenza; il loro coraggio e la loro tenacia un esempio per tutti.

1 commento:

  1. mi avete ricordato con il vostro blog la vecchia tiritera degli anni '50 in Italia "donne al volante pericolo costante". Chissà quanto ci metteranno di tempo in Arabia Saudita per superare certi tabù, ma penso che le ultime misure siano dettate dalla paura di arginare qualcosa che si sta mettendo in moto.
    saluti

    RispondiElimina